È sabato e Gesù ha appena compiuto un altro miracolo. Gesù va contro la legge del tempo. Agisce secondo un’altra legge, quella del Padre, una legge che sta agendo anche ora. Adesso. Non c’è un tempo fisso nella storia di Gesù.
È tutto un divenire e noi siamo con lui, come Figli che seguono il Padre. È commovente ascoltare Gesù parlare del Padre suo: lo presenta e lo descrive attraverso se stesso e parla di sé attraverso il Padre. Parla di amore, un amore genitoriale, gratuito, forte. Un amore che dà vita e speranza a chi ha già conosciuto la morte o non vede più luce.
Gesù ci dona la verità, quella più profonda e intima che scaturisce dal suo rapporto con il Padre. Parla di sé come un Figlio – e proprio in quel Figlio si riflette tutta la nostra natura umana di figli che crescono imitando le persone a loro più prossime, come i genitori. È qui forse descritto quell’intreccio profondo tra essere genitori ed essere figli… Una sorta di genitorialità innata, che viene ancor prima di metterla in pratica.
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Gesù ci parla di verità e di vita: lui è la vita che si dona per un amore grande che la nostra logica non è in grado di comprendere pienamente, ma può solo accoglierla. Il Padre dona al Figlio e attraverso di lui quel dono di vita si propaga a tutti noi.
Onorare e ascoltare sono i mezzi per entrare in questo rapporto intimo tra Padre e Figlio. È qui presente la relazione più forte di amore: si onora pregando e ringraziando, si ascolta con il cuore quello che la mente non è in grado di percepire, si perdona la fragilità e si dona con gratuità, così come Padre e Figlio ci hanno insegnato.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato