È un po’ deludente ascoltare quello che i discepoli dicono a Gesù, dopo che loro hanno avuto la fortuna di assistere in prima persona a tutto quello che Gesù ha compiuto in vita, in mezzo al popolo, tra gli ammalati, tra i più bisognosi e soprattutto nelle loro vite. Quel parlare velato… così essi hanno vissuto tutte le parabole che Gesù raccontava per annunciare il Vangelo!?
Eppure Gesù ci spiazza con la sua risposta. Lui sa di essere già stato lasciato solo da chi oltretutto lo ha seguito a stretto raggio, più vicino a lui, con cui ha mangiato, camminato e condiviso. Quante situazioni della nostra vita che abbiamo vissuto, simili a questa, ci fanno comprendere quello che Gesù prova? Eppure Lui ha amato fino in fondo tutto questo da sacrificarsi per noi. Non critica i suoi discepoli, non li rimprovera o li allontana.
Gesù si fa figlio e ricorda di avere il Padre sempre accanto per cui solo non lo sarà mai. Anzi, pur sapendo che rimarrà solo, rimane aperto all’amore fraterno, ci invita a rimanere lì, con lui, nel suo amore, dove c’è pace per i nostri animi stanchi, appesantiti dalle tribolazioni della vita. Ci invita a vivere, a essere coraggiosi, ovvero ad agire con il cuore, perché solo così si possono superare tutti quei fatti e situazioni che ci sembrano bloccati. Lui ha vinto il mondo con il coraggio di rompere gli schemi che altri prima di lui avevano fissato.
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Seguiamo Gesù imitandolo. Non abbiamo paura di essere coraggiosi anche noi: amare il nostro passato, accogliere una situazione che ci sembra bloccata, vivere al di là dei nostri limiti, amare incondizionatamente anche dove dimorano ferite e delusioni. È un inno alla vita, questo «abbiate coraggio»!
Vanessa D’Urbano
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato