Signore, entri nella mia quotidianità chiamandomi per nome. Mi conosci da ancor prima che nascessi. Mi hai visto lavorare e mi hai chiamata, mi hai detto di seguirti. Io però ho ancora tanto lavoro da sbrigare e non posso lasciare i miei cari da soli a fare anche il mio, di lavoro. Loro iniziano a essere anziani, hanno bisogno del mio aiuto.
Però, Signore, il tuo sguardo è forte, le tue parole risuonano nel mio cuore. Ti sento e ti vedo. Sei entrato nella mia vita e ci stai costruendo qualcosa di più bello e più forte di quanto io abbia fatto da sola finora. Mi sento chiamare. Mi chiedo che ci farò con tutto quel pescato, con tutte quelle reti ricucite e utilizzate. Non mi fai buttare via niente, Signore, tutto serve a un fine più grande che tu hai pensato e voluto per me, ma che io ancora non conosco.
Eccomi, Signore. Non so dove mi porterai né che farai di me. In quale parte del mondo e in mezzo a quali popoli mi vorrai. Ma so che dove mi manderai, tu mi anticiperai e ti farai trovare proprio lì dove mi hai voluto, pronto a donarmi tutti gli strumenti di cui io avrò bisogno per costruire, per amarti e servirti.
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Vanessa D’Urbano
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato