Ancora una volta il Signore sorprende, mostrando come le logiche del Regno dei Cieli, cioè di Dio nel linguaggio dei Vangeli, ribaltano le logiche umane. I bambini al tempo di Gesù non contavano proprio nulla. Gesù però, di fronte ai discepoli che li sgridano, ribadisce di non allontanarli.
A loro, ossia a chi è piccolo, a chi è ultimo, appartiene il Regno di Dio. Ma il Regno è anche di chi si pone con un atteggiamento da bambino: non un atteggiamento infantile, ma piuttosto un atteggiamento di chi si riconosce bisognoso di dipendere, non autosufficiente e disponibile a crescere e lasciarsi istruire dalla vita. Queste persone sono coloro che Dio cerca e avvicina a sé.
Esistono quindi due modi di essere bambini: uno è essere immaturi, infantili, e questo capita a tutti. Essere bambini nel linguaggio evangelico, invece, è avere l’atteggiamento del discepolo del Signore, di chi non smette mai di camminare e imparare.
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Daniele Ferron SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato