Oggi il Signore propone un modo in cui comportarsi con un fratello che commette una colpa contro di noi. La strada è cercare di aiutare questa persona a comprendere lo sbaglio, senza giudicarla o condannarla. Ogni fratello e sorella è qualcuno da guardare con misericordia, con lo stesso sguardo di Dio.
Non siamo fratelli e sorelle per giudicarci a vicenda. Siamo fratelli perché possiamo reciprocamente aiutarci a crescere, incontrare il Signore e fare verità sui nostri sbagli. E quando Gesù, di fronte a chi non vuole capire il suo sbaglio, dice di trattarlo come un pagano o un pubblicano… ci vuole ricordare come Lui trattava i pagani e i pubblicani. Come coloro che avevano più bisogno della parola di Dio, e non come gente da disprezzare. Come coloro per cui pregare maggiormente, anche se magari ci hanno ferito.
Perché pregare per qualcuno che ha commesso uno sbaglio e non vuole correggersi? Certe relazioni ferite non sono semplici e non ci sono ricette. A volte la preghiera diviene l’unica strada per avere dal Signore la sapienza per poterle vivere nel migliore dei modi.
Poi Gesù ci insegna il valore e la forza della preghiera. Così come nella correzione fraterna la comunità assume una grande forza pedagogica, anche nella preghiera siamo in relazione col Signore come singoli e come comunità , cioè come Chiesa. Anche nella preghiera siamo chiamati a crescere insieme per cercare e trovare la volontà di Dio.
Daniele Ferron SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato