Quel che ci viene proposto oggi sembra quasi andare controsenso rispetto a quello che la società chiede: ottenere il massimo, ambire a grandi risultati, prevalere sull’altro.
Il Signore invece ci richiama alla conversione, ad un vero e proprio cambio di direzione: diventare piccoli come i bambini.
Lui sceglie, si rivela e chiama i piccoli. Ci ricorda che siamo sempre figli: anche quando diventiamo adulti o anziani, quando diventiamo genitori e abbiamo grandi responsabilità, alla base di tutto questo rimane sempre l’identità di figlio. Tutti siamo dei figli amati. E questo ci riporta a pensare che la vita non ce la siamo costruita da soli: l’abbiamo ricevuta in dono.
Molto spesso rischiamo di vivere dimenticandoci di questo, come se fossimo padroni della nostra esistenza; ci sentiamo appagati solo nel momento in cui il nostro ego cresce a dismisura. Ecco, allora, che diventa importante la presenza dei bambini nella nostra vita, perché ci richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono.
E tutti siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono, basta solo porgere la mano al Buon pastore che vuole “che neanche uno di questi piccoli si perda”.
Domenico Pugliese
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
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Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18, 1-5.10.12-14
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
«In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda.
Parola del Signore.