Siamo qui, presso questa piscina, nella nostra bolla, tra gli altri malati. Ci perdiamo nei nostri pensieri e non vediamo niente se non ciò su cui siamo focalizzati. Per questo motivo, guardando i nostri problemi, continuiamo a non vedere soluzioni. Non ci resta che affidarci a qualcun altro o a qualcos’altro, nella speranza che ci tiri fuori da questa situazione.
Ma qualcosa accade. Alzati e cammina! Una frase di una banalità immane, che pure tuttavia ci mostra che la soluzione ai nostri problemi è proprio lì davanti, semplice. Alzati e cammina.
È facile perdere di vista ciò che ci circonda, focalizzati sulle stesse cose ogni giorno. Il quotidiano ci espone a stimoli che spesso ci fanno perdere campo visivo. Davanti ai problemi e ai vicoli ciechi in cui ci troviamo, è umano scoraggiarsi.
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In momenti come questo, davvero può giungere a noi una voce: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». Camminare, mettersi in moto, letteralmente o in senso lato, anche quando non si sa dove si sta andando, può essere la chiave di volta.
Certo, troveremo facilmente chi obietterà che non sappiamo dove andiamo, che dovremmo saperlo, che è una follia incamminarsi senza aver fatto previsioni.
Ma la vita va vissuta, non va prevista. Vivere non è problema di ottimizzazione, ha a che fare con l’essere totalmente presenti, col vivere tanto intensamente da perdere la cognizione del tempo, col sentire la connessione che c’è tra noi e gli altri, tra noi e Dio. E stare in queste dinamiche da attori protagonisti,non da spettatori esterni – scegliendo anche senza saper prevedere tutti gli esiti.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato