La lebbra è un male temuto e tenuto nascosto, i lebbrosi sono impuri e allontanati dalla città per la paura del contagio.
Colpisce la tenerezza dell’immagine in cui questo lebbroso si inginocchia ai piedi di Gesù. La sua non è la mera richiesta “ti prego, guariscimi”. La sua frase inizia con «se vuoi»: questo lebbroso ha bisogno che Gesù lo voglia, che desideri che lui sia guarito. Più ancora della liberazione dal male fisico, il lebbroso cerca riconoscimento e accettazione.
E Gesù risponde prontamente: «ne ebbe compassione».
È questa compassione ciò di cui ha bisogno il lebbroso, questa accettazione amorevole. È il «lo voglio» che fa scomparire la lebbra.
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Le parti che consideriamo malate dentro di noi chiedono amore. La compassione è la capacità che abbiamo di guarirle. Dobbiamo guardare queste parti negli occhi, riconoscerle, ascoltare la loro richiesta, averne compassione. Solo in questo modo possiamo guarirle.
Ettore Di Micco
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato