Oggi vediamo Gesù lottare per abbattere dei pregiudizi. Di fronte a certe pratiche religiose fatte superficialmente, con la convinzione che siano cose esterne a renderci puri o impuri, migliori o peggiori, il Signore ci richiama ad avere attenzione alla parte più importante di noi, ossia il nostro cuore. Capita di affannarsi per un sacco di aspetti che hanno un’importanza relativa, o addirittura non sono affatto importanti, di perdere di vista l’essenziale, rischiando così di farci del male.
L’elenco di malvagità che Gesù espone è ciò che fa stare davvero male l’umanità. Ma da dove arrivano? Dal cuore dell’uomo. Il cuore non è in sé cattivo, anzi porta l’immagine di Dio; ma se non vigiliamo su di esso, può essere abitato da pensieri negativi, spesso profondi e di cui non è facile o immediato accorgersi, ma neppure impossibile se si fa attenzione.
Questi pensieri portano a compiere il male, perché magari ci convincono che non valiamo nulla, ci chiudono nel rancore e nel risentimento. Non vanno sottovalutati. Ma neppure sopravvalutati, perché in fondo sta a noi dare loro un nome e riconoscere che in noi c’è davvero molto di buono, talenti, pensieri costruttivi, relazioni.
Una solida relazione col Signore e una sana vita di preghiera sono già armi molto potenti, magari anche insieme al confronto con un accompagnatore spirituale. Ignazio ricorda che esistono uno spirito buono e uno cattivo e che tutte queste cose le possiamo guardare serenamente alla luce di Dio, il quale non fa mai mancare il suo aiuto a coloro che cercano la verità su di sé.
Daniele Ferron SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato