Nella marea delle domande, delle paure e dei desideri che non sappiamo lasciare alla cura delle tue mani, tu alzi lo sguardo e ci riporti al qui e ora con una semplicità disarmante: hai del pane per i tuoi fratelli e per le tue sorelle?
Come puoi chiedermi di contare il pane che ho sul tavolo, quando sai cos attanaglia il mio cuore? Forse non mi senti? Forse non ti importa di come sto?
Ma tu sei il mio Signore, incrocio il tuo sguardo e so che devo fare come dici. Conto i pani, sono pochi, come la mia attenzione e la mia forza di guardare oltre il mio orto, oltre il mio orizzonte. Conto e mi sembra stupido: sono solo cinque pani. Non basteranno mai per tutti, non sono abbasta e io non ho abbastanza da dare oggi.
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Ti vedo sorridermi, come si fa con un bimbo che impara a far di conto. Tu basti: così come sei, senza nulla aggiungere, senza nulla togliere.
E improvvisamente la fatica allenta il suo peso sulle spalle, l’attenzione torno, le mani impastano nuovo pane, di quel che c’è fanno mille e mille bocconi tutti abbastanza per sfamare la folla, per sfamare anche me stessa.
Ti prego, Signore, quando la marea della vita sembra quasi annegarmi e mi sento impotente, tu alza lo sguardo e chiedimi quanti pani abbiamo per sfamare la folla.
Martina Pampagnin
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato