All’epoca di Gesù come ai giorni nostri, può succedere spesso di cercare nei segni e nei miracoli la conferma che egli è potente e che il Dio della vita compie prodigi attraverso di lui. È vero che Gesù, nella sua vita terrena, ha compiuto molti segni, ma, se il segno fosse il centro della fede, come potremmo credere noi che non lo possiamo vedere né toccare?
La fama dei suoi prodigi corre veloce dalla Giudea alla Galilea e ciò spinge un funzionario del re, un pagano, a mettersi in cammino per andargli a chiedere aiuto. Dunque il segno ha una sua funzione, ma la fede non si basa sul miracolo compiuto, come suggerisce Gesù dicendo: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete».
Piuttosto, si basa sulla sua parola che dichiara una realtà presente: «Tuo figlio vive!». Di quella parola il funzionario, registrandone l’ora, scoprirà la potenza e sarà questa che aprirà alla vera fede lui e la sua famiglia.
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Dona anche a noi, Signore, di sperimentare la potenza vivificante della tua parola.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato