Gesù ha compassione e non ha paura di toccare e lasciarsi toccare da questa persona. Decide di portare insieme con lui il peso della sua situazione: la malattia, l’emarginazione sociale, forse anche la fatica di stare al mondo…
Tocca quel corpo piagato, tocca le sue ferite, il suo dolore, per sanarli, per portare sollievo, speranza, possibilità di ricominciare.
E non ha paura di lasciarsi toccare: quel male potrebbe contagiarlo, potrebbe lasciare segni sul suo corpo, ma ancora di più nel suo cuore, ma per lui nulla è più importante della persona che ha davanti, nulla è più importante di quella vita.
Il Signore si avvicina e tocca anche le mie ferite, le mie piaghe: la mia vita conta per lui.
Ma chiede anche a ciascuno di noi di fare lo stesso: guardare i fratelli e le sorelle che abbiamo attorno, andare al di là di pregiudizi e paure, scoprire la persona, le sue fatiche e i suoi dolori e provare a portarli insieme, anche a costo di lasciarci toccare e segnare, fin nel più profondo di noi stessi.
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Valentina Dovico s.a.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato