L’attività pubblica di Gesù era cominciata con sei giorni che terminavano nelle nozze di Cana: una scena nuziale. Qui siamo all’inizio degli ultimi sei giorni e si apre un’altra scena, nuziale anch’essa. Ciò che fa Maria per Gesù è esattamente ciò che fa la sposa per lo Sposo: risponde al suo amore.
Questa è la scena di un banchetto: il banchetto è la vita e al centro di questa vita c’è il servizio, altrimenti non si vive; è il modo concreto per esprimere l’amore, un amore che si esprime non con le parole, ma con i fatti, col promuovere l’altro.
C’è Marta che serve, come colui che sta in mezzo a noi come colui che serve. C’è Lazzaro che invece è a mensa con Gesù. Sono le varie posizioni nella comunione dei santi: chi giace già con il Signore morto e risorto e gode in pienezza la vita e chi è di qua e anticipa questa pienezza di vita mediante il servizio e l’amore.
Cosa fa Maria, invece? Certamente qualcosa di disdicevole. Un gesto folle, di spreco, un gesto di amore totale. Questo folle gesto, può sembrare strano, è la nascita di Dio sulla terra: il nome di Dio è “Profumo”, nel Cantico dei Cantici – si dice che il suo Nome è nardo effuso. Dio è profumo perché è amore, si dona gratuitamente.
Questa donna ama Cristo e finalmente nasce sulla terra il Signore: è il vero natale, questo. L’amore di questa donna lo genera, lo accoglie, lo fa vivere: risponde all’amore con l’amore. È questo il punto di arrivo di tutto il Vangelo: Dio ha fatto l’uomo per amore, perché l’uomo lo ami e diventi come lui. Questa donna nell’amore intuisce il gesto del dono di sé che farà Gesù, perché l’amore intuisce e anticipa sempre.
Maria prende una libbra – un terzo di chilo – di nardo, un profumo assai costoso. Questo profumo, simbolo di Dio, si avverte anche nel buio, perché è dono.
«E tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo»: quando diffondiamo l’amore, riempiamo gli spazi di vita e tutti ne possono beneficiare.
Enrica Bonino s.a.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato