Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 10 Maggio 2020

A volte, come Filippo, rischiamo di rimanere chiusi nelle nostre convinzioni e nei nostri pensieri e diventiamo incapaci di ascoltare e vedere che c’è un di più. Gesù cerca di aprire il cuore e la mente dei discepoli, li invita a guardare oltre, cerca di far sentire loro tutta la sua cura e il suo amore, il desiderio profondo di farli partecipi di qualcosa di più grande.

Li invita a fidarsi, a riconoscerlo come la via che ci permette di vivere in verità una vita ancora più piena. Egli si fa testimone dell’opera del Padre, ci rivela l’amore e la cura di Dio, la possibilità di entrare nella relazione d’amore trinitaria.

«Mostraci il Padre e ci basta.» Dammi ciò che voglio io, fammi vedere cose concrete. Ciò che non ho, è la sola cosa che voglio avere e mi dimentico di tutto il resto. Mi fermo e desidero solo quello e credo che solo quello mi possa dare gioia e sicurezza. Il rischio è di accontentarmi, di fermarmi a uno STOP e non alzare gli occhi verso il mondo circostante, verso le opportunità che si aprono, e così non ripartire più. Il rischio è di non riuscire a vedere nell’altro l’Amore di Dio, la presenza di Dio. Credo in Dio solo se lo vedo, senza intermediari.

Chiediamo allora al Signore il desiderio di gustare la presenza del Padre come ci viene rivelata dalla Parola, dai testimoni di ieri e di oggi, dalle relazioni, da tutto ciò che ci circonda. Tutto ci fa conoscere il Padre. Non accontentiamoci di un solo modo di vedere!

Chiara Selvatici s.a.


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