Chissร se, sordo comโera, quellโuomo aveva capito dove i suoi amici lo stavano portando. Perรฒ si fida, si lascia condurre e affidare a questo sconosciuto che sembra poterlo aiutare. E, senza ancora riuscire a capire nulla di quello che gli viene detto, continua a fidarsi. Segue questโuomo che si allontana dal gruppo, si lascia accompagnare via dai suoi amici, in disparte.
Gesรน, poi, non parla. Cosa dovrebbe dirgli? Oltre a essere sordo e muto, questโuomo della Decapoli non รจ neanche ebreo. E anche noi che ci disponiamo a rivivere la scena forse siamo chiamati a rimanere senza parole, a guardare, a gustareโคโคโค A sentire con le dita piรน che nelle parole. In che modo Gesรน gli ha messo le dita nelle orecchie? Come la sua saliva ha toccato la lingua del muto? Lasciamoci scandalizzare da questa intimitร , dal contatto con chi ama il nostro corpo piรน che noi stessi. Tocca lรฌ dove le nostre malattie, le nostre fragilitร ci impediscono di entrare davvero in relazione con gli altri, e se lo lasciamo fare senza irrigidirci, apre ogni chiusura e scioglie ogni resistenza.
Se ti ascolti, cosa senti? Cosโรจ che ti toglie il respiro, ti pesa sul petto, ti stringe lo stomaco? Cosa ti sveglia, ti scuote, confonde e commuove? Non potremo servire il Signore a forza di buone azioni, se prima non ci lasciamo raggiungere lรฌ dove โsiamo toccatiโ. Lui non vuole incontrarci in qualche ragionamento spirituale, e non ci offre semplicemente unโinterpretazione del senso della vita; รจ venuto per toccarci, farsi mangiare, guarirciโคโคโค
Harambet
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato