Questa pagina di vangelo non è un fatto di cronaca della vita di Gesù. Possiamo vederla piuttosto come una sintesi efficace fatta dagli autori dei vangeli per raccontare qualcosa del suo modo straordinario di stare al mondo. In altre parole, in questa scena, Gesù non sta facendo una lezione accademica su che cosa sono le beatitudini, bensì sta raccontando la sua vita. Come se stesse facendo una condivisione con i suoi discepoli su quello che ha imparato dalla vita che ha vissuto.
Non sta nemmeno dando raccomandazioni su come vivere bene: le beatitudini non si possono insegnare. Si possono solo testimoniare. Gesù sta condividendo con i suoi discepoli alcuni momenti importanti della sua vita: sono quei luoghi sacri dove ha potuto comprendere qualcosa della sua meravigliosa natura di essere umano, dove ha potuto constatare che al di là delle condizioni sfavorevoli, ha potuto continuare ad amare rimanendo fedele a sé stesso.
Attraverso la sua condivisione Gesù sta invitando i suoi discepoli a trovare loro stessi i loro luoghi sacri. Perché ognuno vive le sue beatitudini. Ognuno può raccontare quali esperienze personali, in apparenza contraddittorie, hanno generato eternità e hanno sprigionato quella forza amante al di là delle aspettative. E nel condividerle, possono aiutare altri a trovare le loro. È così che la fede evolve di generazione in generazione in fiducia piena nell’essere umano. È cosi che diventiamo figli.
Flavio Emanuele Bottaro SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato