Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 1 Maggio 2021

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A causa dell’incredulità della sua gente, Gesù non compie molti prodigi nella sua patria. I suoi non sono ancora pronti e lui non è un fenomeno da baraccone. Non predice il futuro come una fattucchiera, prevedendo degli eventi che devono accadere. Il futuro che lui annuncia chiede di essere accolto nel presente come novità che irrompe e cambia la vita, non come un destino ineluttabile che bisogna accettare senza fiatare.

È la stessa sensazione che sperimentiamo anche noi quando facciamo un’esperienza importante e poi proviamo a condividerla con le persone care. Ci accorgiamo che per quanto ci sforziamo a raccontare, non sempre i nostri interlocutori riescono a comprendere quello che abbiamo vissuto e perché sia stato così importante per noi.

Ci accorgiamo che c’è una soglia di incomunicabilità dell’esperienza che la parola non può colmare: non c’è spiegazione che tenga. È una sensazione liminare: da una parte sperimentiamo una certa solitudine di fronte all’incomprensione, dall’altra sentiamo di essere portatori di qualcosa di irrinunciabile che non possiamo tenere per noi.

Assumere l’incomprensione dell’altro diventa parte integrante dell’esperienza, perché stimola un nuovo modo di stare di fronte agli altri. È così che quell’esperienza cambia davvero la nostra vita. E’ successo anche a Gesù: attraverso l’incomprensione dei suoi matura pian piano la consapevolezza che solo la vita donata può diventare parola efficace per dire la bellezza del futuro che lui intravede e che sta bussando nel presente dell’umanità…

Flavio Emanuele Bottaro SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato