A volte anche noi siamo un po’ indemoniati: viviamo con il solo obiettivo di sopravvivere e sfruttiamo il mondo circostante a nostro tornaconto, nell’illusione che così almeno salveremo la pelle. Non ci sarebbe nulla di male, tranne per il fatto che tradiamo quel desiderio così radicato in noi di vivere una vita bella.
E la vita bella non corrisponde a una vita di successo, dove tutto fila per il verso giusto e dove non sperimentiamo mai fatica, fallimento e dolore. Lo sappiamo bene che la vita bella è qualcosa che ha a che fare con il gusto della pienezza, con l’entusiasmo di spendersi dando il meglio di noi stessi. Eppure a volte ci rannicchiamo nelle nostre misere sicurezze e ci accontentiamo meschinamente di volare basso, pensando segretamente che la vita piena è un bell’orizzonte, ma non è per me.
Ci accontentiamo di vivere come porci allo stato brado, in preda dei nostri istinti e dei bisogni primari. Confondiamo la spontaneità che sentiamo impellente per libertà e ci illudiamo che soddisfare i bisogni sia il massimo a cui possiamo aspirare. Salvo che poi ci sentiamo vuoti e sfiduciati di fronte alla vita. Così, di giorno in giorno, la ricerca della nostra pienezza di vita si trasforma nell’affanno di mantenere una vita facile, indisturbata e priva di scossoni.
Quando arriva qualcuno che mette in discussione questo nostro stile di vita, allora ci sentiamo colpiti nel segno e reagiamo con tutte le nostre forze per opporci al cambiamento. Resistere al cambiamento garantisce di vivere come sempre. Non sia mai che ci tocchi vivere per davvero!
Flavio Emanuele Bottaro SJ
Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato