Una cosa è certa: vogliamo essere liberi! Ogni volta che qualcuno attenta al mio anelito di libertà soffriamo e ci ribelliamo. La libertà è un’operazione della nostra coscienza. Ha a che fare con la capacità di trasformare la propria intenzionalità in azione concreta per poter affermare la propria unicità nel mondo. Per essere liberi abbiamo bisogno sia di un’attitudine interiore, l’intenzionalità appunto, ma anche del mondo, ovvero del contesto in cui esercitare questa intenzionalità. La libertà non è un valore in se stessa, assume significato dentro il mondo. Quando manca uno di questi due ingredienti, la libertà viene a mancare. Finiamo come l’uomo con lo spirito impuro che si percuote il petto con le pietre o che deve stare incatenato per non fare del male.
Il problema è che a volte avvertiamo la nostra intenzionalità in opposizione al mondo in cui viverla. Allora ricorriamo al compromesso. Un colpo al cerchio, un colpo alla botte: un po’ di intenzionalità, un po’ di accondiscendenza. È così che impariamo a indossare delle maschere. Ti è mai capitato di accorgerti che con persone diverse ti comporti in modo diverso? Come se dentro di te ci fossero diverse personalità, ciascuna con il suo carattere particolare, che nelle diverse situazioni entrano in gioco e generano comportamenti diversi? Così a volte siamo compiacenti, altre volte inflessibili, talvolta precisi e pignoli, altre volte approssimativi e superficiali, con alcuni siamo rigidi e severi, con altri siamo indulgenti e teneri. E poi finisce che ci abituiamo a indossare maschere e non riusciamo più a riconoscere la nostra vera identità. «Qual è il tuo nome?» Ecco la domanda che ci mette in crisi․․․
Finché ci identifichiamo con una maschera particolare per volta, non possiamo prendere contatto con chi siamo veramente. Quando prendiamo distanza dalle maschere che indossiamo e le osserviamo da fuori, ci accorgiamo di quanto sono grottesche, inadeguate per rendere rivelare chi siamo veramente, inadatte per sentirci davvero liberi.
Quando ci liberiamo di una maschera, impariamo a stare nel mondo a partire da ciò siamo realmente. Non abbiamo più bisogno di scendere a compromessi. Non servono più catene per tenerci a bada, perché ritorniamo “sani di mente”. Impariamo a essere noi stessi dentro il mondo: quando questo accade, stiamo amando. La nostra intenzionalità si trasforma in amore, il potere più potente che possiamo esercitare sul mondo. L’amore è capace di rompere le regole trascendendole e questo a volte fa paura al mondo, perché smaschera la sua ipocrisia, appunto․․․
È qui che comprendiamo come la libertà che diventa amore è anche responsabilità da assumere di fronte al mondo.
Flavio Emanuele Bottaro SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato