Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 1 Dicembre 2021

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Una folla di persone, l’umanità. C’è gente che sta bene e gente che sta male, gente sana e gente malata, gente che spera e gente che dispera. È un’umanità imperfetta, incompiuta. Una folla di persone che chiede guarigione, rinascita, speranza. Gesù compie atti straordinari, che colpiscono e che aprono alla lode di Dio. Per loro diventa chiaro che Gesù sta compiendo questi gesti nel nome di quel Dio che hanno imparato a conoscere attraverso la storia del loro popolo.

È a questo punto che succede l’inaudito. Gesù comincia a preoccuparsi non solo per coloro che hanno dei problemi conclamati: la sua compassione raggiunge tutti i presenti. Si preoccupa perché sono affamati ormai da tre giorni. Si preoccupa di un bisogno fisiologico, insopprimibile, costante, che tocca ogni essere umano: la fame. Non di un difetto, di un errore della natura, ma di ciò che fa parte del funzionamento ordinario dell’essere umano.

Questo è il segno: quel Gesù che la folla ormai riconosce venire da Dio si sta prendendo cura di un bisogno quotidiano. Di un bisogno che domani sarà ancora lì a bussare alla porta. Di un bisogno che non si estingue con la straordinarietà di un gesto estemporaneo, ma che richiede cura costante, giorno per giorno. Gesù non fornisce un rimedio che risolve il problema per sempre. Perché perdere tempo per questo?

Gesù sta insegnando ai suoi discepoli che la cura di questo bisogno sembra essere insignificante e inconcludente eppure è ciò che tiene in essere l’umanità. Assumere la responsabilità del bisogno è il segno che Dio è all’opera. L’esperienza accumulata finora è il nutrimento che basta a saziare l’oggi di quel bisogno e rassicurare la possibilità del domani. Quando prendiamo in carico il nostro bisogno, diventiamo adulti. Quando siamo adulti, possiamo prenderci cura del bisogno altrui. Quando ci prendiamo cura del bisogno altrui, ci accorgiamo che questo è il nutrimento di cui avevamo bisogno per compierci come esseri umani. Ogni altra scorciatoia, ci fa rimanere infantili e immaturi…

Flavio Emanuele Bottaro SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato