Immaginiamo Gesù oggi come ieri, in un tempo difficile, con tanta gente che lo segue. Lui si ferma. Li guarda, guarda ognuno di noi. Parla ai loro cuori – e anche al nostro.
Per seguirlo, ci chiede di aprire le mani. Se sono chiuse vuol dire che cerchiamo di trattenere, di afferrare, di possedere, di aggrapparci.
Dov’è finita la libertà dei figli di Dio? Dov’è la fiducia nel giorno dopo, che ci colmerà di bene, di amore e di tutto ciò di cui abbiamo bisogno?
Il paradosso è che per essere pronti per costruire insieme al Signore è necessario distaccarsi dai nostri beni, dai doni della vita che sono le relazioni, i beni materiali e i mezzi nostri che possono essere la forza o la salute.
Ci viene proposta un’indifferenza che non è sdegno o disprezzo, quanto piuttosto un modo nuovo di abitare ciò che fa parte di noi. È l’antidoto ai nostri idoli, è l’unico modo per accogliere l’amore e la grazia che il Signore ci regala giorno dopo giorno.
Virginie Kubler
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
- Qual è il mio desiderio più profondo per oggi, per la mia vita?
- Di recente, chi e cosa ho cercato di possedere?
- Qual è l’ostacolo maggiore che mi impedisce di andare fino in fondo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.
[box type=”info” align=”” class=”” width=””]Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.[/box]
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 14, 25-33
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
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