Provo a starti accanto, Signore, nel piccolo del mio dolore. Piccolo che tuttavia mi schiaccia, perché piccola sono anch’io – e piccolo è il mio cuore. Tuttavia il dono immenso della tua vita può allargare le pareti strette del mio cuore.
Sotto la croce mi obblighi ad alzare la testa; anche la tua morte mi chiama a guardare in alto: non una fossa, ma la cima di un monte. Guardo in alto per guardar te e la tua grandezza finalmente allarga il mio cuore. All’improvviso, dal dolore, col dolore, nel dolore scorgo il cielo sconfinato.
Lascio che l’immensità della tua offerta plasmi il mio cuore perché davvero io possa essere a tua immagine. Allora anche il mio cuore si fa a immagine del tuo e il mio dolore, pur piccolo, diventa infine strumento di vita. Dalla croce mi mostri che non c’è compromesso nel tuo dono, nessuna clausola – unica condizione, l’amore.
E nell’amore non c’è nulla da capire, solo vita da accogliere – perché d’amore tu muori, sì, ma per vivere.
Verena M.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato