“Amare fino alla fine” potrebbe essere un programma un po’ troppo teorico? Gesù mi spiazza ancora una volta con il coraggio della sua concretezza. Accoglie, accarezza, rilancia la mia vita fino alla fine del mio corpo, fino alla punta dei miei piedi. Non lo farà se mi tiro indietro. Non mi è chiesto di capire ma di fidarmi. Fidarmi del fatto che non gli faccio paura con la mia fatica, con il mio peccato, con le sbucciature, le durezze che ho collezionato camminando fin qui. Lui mi ama così come sono, fino alla fine, fino ai miei piedi sporchi.
“Lo capirai dopo”, dice Gesù spogliato della sua veste, chino sui piedi di Pietro. I discepoli vedranno presto, da lontano, il suo corpo umiliato, il corpo del servo sofferente. Gesù signore-servo lava i piedi dei suoi amici. Con questo gesto diventa umile compagno di tutti i loro prossimi passi. La sua carezza continua ad avvolgere le fughe, le corse, le scelte che vivranno. Sarà con loro fino alla fine. Gesù servo asciuga i loro piedi. C’è speranza che possa asciugare anche le loro lacrime?
“Lavarvi i piedi gli uni gli altri” è il comandamento dell’amore che Gesù consegna ai suoi discepoli. Un gesto che ci fa fragilissimi. Assoluta gratuità. Come succede a lui ci potrebbe succedere di lavare i piedi anche a qualcuno che ci vuole del male. A qualcuno che tradirà. Lui, qualunque cosa succederà, non smette di amare. Non in teoria, ma concretamente, le braccia aperte, da capo a piedi. Un mondo nuovo nel quale invita i suoi amici ad entrare.
Matteo Suffritti SJ
[…] Continua sul sito […]
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato