Gesuiti – Commento al Vangelo del 16 Aprile 2019 – Gv 13, 21-33.36-38

La gloria di Gesù si realizza pienamente nell’obbedienza alla sua missione nel nostro mondo: amare fino alla fine. Un’obbedienza libera e attiva, non subìta e difensiva; un’obbedienza, un farsi carico aperto ad un “per…” così grande che solo l’amore può portare. Qui obbedienza è libertà, la più alta forma di libertà – e questa libertà è giocata nell’amore, si mette in gioco per amore.

Tre personaggi circondano Gesù: il traditore, il discepolo che Gesù ama, il rinnegatore. E Gesù li ama tutti e tre, la sua obbedienza-libertà-amore tocca tutti e tre.

Il traditore fa di Gesù un tradito. E Gesù accetta il tradimento non perché gli piaccia ma perché desidera trasformarlo: attraverso il tradimento che sembra annientarlo, Gesù in realtà si dona a tutti i tradìti della storia.

Il discepolo amato fa di Gesù un amante. E Gesù si fa vicino a noi che sentiamo il bisogno che qualcuno ci metta il capo sul petto e ci chieda il nostro “segreto”, la parte più ferita di noi, o quella più splendente di gioia.

Il rinnegatore fa di Gesù un rinnegato, abbandonato ed emarginato. E Gesù si fa vicino a noi disillusi, che siamo partiti in quarta, con grandi entusiasmi e che ci siamo schiantati al secondo palo della corsa della vita.

La gloria di Gesù, che è anche la gloria di Dio Padre, è amare, accompagnare, salvare, promuovere ogni uomo e ogni donna, fino alla fine, fino al costo della vita e della propria dignità. Di notte, quando nulla è chiaro, quando tutto è confuso, quando tutti vorremmo essere sotto un tetto e protetti da tutto: chi attraverserà la notte con noi?

Andrea Piccolo SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

Leggi il brano del Vangelo

Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.

Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 13, 21-33.36-38

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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