Il comando di Dio è sempre unito ad una promessa. Siamo chiamati a metterci in cammino su una parola d’amore – e questo richiede l’obbedienza a Dio.Obbedienza significa letteralmente ascoltare chi si ha innanzi e questa non è una posizione che nasce dalla paura, dal conformismo o da un atteggiamento “da ruffiani”, piuttosto è la virtù di chi presta ascolto, tiene in considerazione le indicazioni o le volontà di qualcuno, fino a farle divenire proprie; l’obbedienza indica l’appartenenza e si può scegliere a chi appartenere.
Obbedire, e quindi appartenere, a Dio è atto di fede e di amore; nelle sue indicazioni, nella sua volontà non si può che trovare la via per essere felici, per stare bene, per vivere in pienezza che sia in solitudine o in relazione.
Ecco che Gesù svela come mettersi in un cammino che, nonostante la sua bellezza, può costare ansia e fatica, ma diviene necessario per raggiungere il bene maggiore.
Il criterio per scegliere a chi obbedire e appartenere ci libera da ogni catena e rimette tutto in gioco: non vi può essere obbedienza senza amore e fiducia, ma soprattutto non può esservi vita senza assumersi il rischio di muoversi in nome di una parola nuova, che annuncia vita.
Mounira Abdelhamid Serra
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano comme
Gv 4, 43-54
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.