Gesù incontra gli sposi di Cana durante le festa di nozze che si prolungava per parecchi giorni. Ci va in compagnia dei discepoli. È presente anche Maria, la Ma- dre. Ma viene a mancare il vino. Una situazione che sta facendo degradare la festa in tristezza e fallimento. Maria se ne accorge e chiede a Gesù di intervenire. Questa è la superficie. Ma cosa c’è in profondità?
Nella Bibbia il vino è simbolo di felicità e amore (Qo 10,19; Ct 4,10). “Il vino rallegra il cuore dell’uomo”, esclama il Salmo 104,15. Una festa senza vino diventa un funerale: niente canti, danze e allegria; solo musi lunghi, gente insoddisfatta e nervosa. “Che vita è quella di chi non ha vino?”, si chiede il Siracide (Sir 31,27). “Non c’è vino: ogni gioia è scomparsa”, afferma Isaia (Is 24,11).
Le nozze di Cana senza vino rappresentano la condizione triste non solo del po- polo d’Israele deluso e insoddisfatto, che ha sostituito lo slancio d’amore verso Dio con l’adempimento di disposizioni giuridiche, ma anche la situazione di ogni fami- glia, coppia o singolo, quando non è più operante in loro il rapporto d’amore con Dio-sposo. Chiediamo alla madre di Gesù che interceda per noi; e uniamoci all’in- tercessione della madre Chiesa, perché il vino dell’amore riempia i nostri cuori.
PREGHIERA
Giunga a te, Gesù, l’invocazione che Maria, tua Madre, ripete anche per noi: Non hanno vino. Abbiamo tante carenze, Signore. Ci manca il vino dell’amore, della speranza, della fraternità. Ci manca l’entusiasmo di se- guirti, di accogliere il Vangelo. Ci manca la gioia di essere tuoi discepoli e di dirlo agli altri. Ci manca la voglia di fare il bene. Siamo troppo condi- zionati dalle cose e dalle situazioni, è carente in noi il senso della speranza, siamo chiusi nel presente e tristi per quanto ci manca, illusi che siano le molte cose a darci la gioia della vita. Maria, tua madre, vede la nostra situazione, e ti prega per noi: Non hanno vino!
Tu, o nostro Salvatore e sposo della Chiesa, sei venuto a risvegliare la sete di Dio, a offrirci l’acqua dello Spirito Santo, il vino dell’amore. E fai giun- gere anche a noi il tuo grido: “Chi ha sete, venga a me e beva chi crede in me: dal mio grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva” (Gv 7,37-38). Donaci, Signore, il desiderio di trovare in te il nostro ristoro (Mt 11,28). Amen.
RIFLETTI
Questo è il primo atto pubblico di Gesù secondo l’evangeli- sta Giovanni, e svela il progetto centrale del Vangelo, cioè l’offerta della vita in pienezza. Partecipando al banchetto di nozze, Gesù rivela il suo amore per la vita, l’amore e la gioia; realtà fondamentali che è venuto a dare in abbondanza. Il mistero di Cana si fonda sulla presenza di Gesù sposo che comincia a rivelare la sua identità: sceglie uno sposalizio per far intuire che lui è il vero sposo; un banchetto di nozze perché lui sarà il vero banchetto della vita; sceglie il vino, lui che darà il vino della gioia messianica in remissione dei peccati.
Il centro del brano è occupato da Cristo, ma Maria è accanto a lui con la sua fede limpida e totale, certa che bisogna “fare tutto quello che lui dirà”. E la “donna” Maria sarà presente anche sotto la croce, dove Gesù offrirà la rivelazione suprema dell’amore di Dio, pronta a fare quello che Gesù le dirà: essere madre della Chiesa. Maria ci insegna a fidarci di Gesù. E noi affidiamoci alla sua premura e alla intercessione della Chiesa.
Le intenzioni di Dio sono che l’uomo entri nella festa dell’amore e goda la pienezza della vita. Là dove il vino della festa umana viene meno, l’uomo incontra Dio che offre il vino nuovo: amore, gioia, vita in pienezza.
Fonte: SINT UNUM – Ora di preghiera per le vocazioni – SACERDOTI DEL S. CUORE www.dehoniani.it
ALTRO COMMENTO
“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino»”.
Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciò che hai, ma di ciò che ti manca. L’amore vero è prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchè in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresì proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.
Gesù non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioè prende ciò che c’è e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare può cominciare ad essere il punto di forza della tua santità. Assurdo! Ma questo è il miracolo: il Signore è l’unico che può prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.
Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.