Gesù, Figlio di Dio

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Giulio Campi – Battesimo di Cristo

È l’evangelista Marco a svelarci l’identità di Gesù «Figlio di Dio» («Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio», Mc 1,1) e a condurci a riconoscerla e a proclamarla nella fede con le parole del centurione romano ai piedi della croce: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio» (Mc 15,39).

Nel suo Vangelo Matteo pone sulle labbra dell’apostolo Pietro la professione di fede che ancora risuona in ogni nostra comunità cristiana: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Nella Bibbia vengono chiamati «figli di Dio» quanti sono legati a Lui con un rapporto particolarmente significativo o che da Lui ricevono una missione da svolgere: gli angeli (Cfr Tb 5,4), i re (Cfr Sal 2,7), il popolo stesso di Dio (Cfr Sal 82,6). Era, questo, un titolo che esprimeva non una figliolanza diretta, ma la adozione a figli da parte di Dio. Così avviene nel nostro Battesimo, nel quale «riceviamo la adozione a figli» (Gal 4,5).

Riferito a Gesù, questo titolo vuole indicare l’unicità della sua relazione di Figlio con il Padre, Dio: «Io e il Padre siamo una cosa sola« (Gv 10,30).

Questa unicità viene garantita dalla rivelazione stessa del Padre, che in alcuni momenti decisivi della missione di Gesù ne afferma l’identità di «Figlio», come nel Battesimo («Tu sei il Figlio mio, l’amato», Mc 1,11) e nella Trasfigurazione («Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo», Mc 9,7).

Don Primo Gironi, ssp, biblista