Gesù di Nazareth Vol. 2 – Dall’ingresso a Gerusalemme alla Risurrezione

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Il racconto della vita di Gesù riprende laddove il teologo Joseph Ratzinger lo aveva interrotto nel primo volume: un percorso iniziato dal Battesimo nel Giordano fino alla Trasfigurazione sul Tabor per arrivare nel secondo libro alla Passione, alla morte e alla Resurrezione di Cristo. Prosegue il viaggio di Benedetto XVI sulle orme di Gesù per ricoprirne ancora una volta l’umanità e la divinità e comprenderne la Verità. 380 le pagine del libro nella versione italiana, nove i capitoli, oltre una premessa, un epilogo sulle prospettive e una ricca bibliografia.
Dall’ingresso in Gerusalemme alla fine del Tempio, alla profezia e l’apocalisse nel discorso escatologico di Gesù, si arriva al terzo capitolo dedicato alla lavanda dei piedi, dove troviamo anche “Il mistero del traditore”. “Gesù in quell’ora – scrive il Papa – si è caricato del tradimento di tutti i tempi, della sofferenza che viene in ogni tempo dall’essere traditi, sopportando così fino in fondo le miserie della storia”. Mentre “chi rompe l’amicizia con Gesù, chi si scrolla di dosso il suo ‘dolce giogo’, non giunge alla libertà, non diventa libero, ma diventa schiavo di altre potenze”; così Giuda che pure compie un primo passo verso la conversione : ‘ho peccato’ dice ai suoi commilitoni, cerca di salvare Gesù e ridà il denaro, dopo il tradimento “non riesce più a credere ad un perdono. Il suo pentimento diventa disperazione”. Ma un pentimento – spiega il teologo – che non riesce più a sperare, ma vede solo il proprio buio, è distruttivo e non è un vero pentimento”, che porta in sé “la certezza della speranza – una certezza che nasce dalla fede nella potenza maggiore della Luce fattasi carne in Gesù”. Nel quarto capitolo il Papa parla della Preghiera sacerdotale di Gesù per poi soffermarsi sull’Ultima Cena ed approfondire il tema controverso della datazione nei Vangeli sinottici e nel Vangelo di Giovanni. “Una cosa è evidente – osserva il Papa – nell’intera tradizione: l’essenziale di questa cena di congedo non è stata l’antica Pasqua, ma la novità che Gesù ha realizzato in questo contesto: anche se questo convito di Gesù con i Dodici non è stata una cena pasquale secondo le prescrizioni rituali del giudaismo, in retrospettiva si è resa evidente la connessione interiore con la morte e resurrezione di Gesù: era la Pasqua di Gesù”.
Il libro prosegue con i capitoli del “Getsemani” e de “Il processo a Gesù”, che si chiude con “Gesù davanti a Pilato” che alla domanda: ‘Dunque tu sei re?’, risponde ‘Tu lo dici: io sono re’. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza di verità”. Ma che cos’è la verità?, s’interroga il teologo Ratzinger. “Pilato ha accantonato questa domanda come irrisolvibile e, per il suo compito impraticabile”. “Anche oggi – rileva il Papa -nella disputa politica come nella discussione circa la formazione del diritto, per lo più si prova fastidio per essa. Ma senza la verità l’uomo non coglie il senso della vita, lascia, in fin dei conti, il campo ai più forti.” Alla fine vinse in Pilato “l’interpretazione pragmatica del diritto” la verità sacrificata alla forza pacificante del diritto. La pace per Pilato fu “più importante della giustizia” ma “che la pace, in ultima analisi, non può essere stabilita contro la verità, doveva manifestarsi più tardi” conclude il Papa. Si arriva quindi al racconto della Passione, alla Crocefissione e deposizione di Gesù nel sepolcro e al capitolo ultimo sulla Resurrezione dalla morte e sul suo significato storico, per concludere la narrazione sulle prospettive riassunte nelle parole “E’ salito al cielo, siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria”.

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