Fraternità Gesù Risorto – Commento al Vangelo di domenica 5 Giugno 2022

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Iª lettura At 2,1-11 
dal Salmo 103 
IIª lettura Rm 8,8-17 
Vangelo Gv 14,15-16.23-26

Abbiamo pregato, cantato e invocato la venuta dello Spirito Santo, e oggi il Padre ci esaudisce. Scende lo Spirito di Dio a dare nuova vita e luce agli uomini, a quelli che hanno amato Gesù.

Alla prima Pentecoste lo Spirito ha messo nel cuore degli apostoli un ardente desiderio di parlare di Gesù e di farlo conoscere a tutti. Lo stesso Spirito ha rivelato anzitutto a loro che Gesù non era soltanto il Maestro, ma che egli era la loro vita, il loro amore più grande, il dono di Dio necessario per tutta l’umanità. Essi, mossi dallo Spirito, non potevano tacere. Per la sua presenza in loro, essi divennero strumento di Dio per continuare l’opera stessa di Gesù, la trasformazione del mondo, da luogo dominato da Satana, a luogo paradisiaco, giardino di comunione col Padre, spazio dove trionfa l’amore.

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Lo Spirito Santo scese meravigliando quanti stavano ad ascoltare gli apostoli e suscitando in loro la volontà di cambiare vita. È sceso sui samaritani raggiunti da Filippo e pure sui pagani che, in casa di Cornelio, aprivano il cuore all’annuncio fatto loro da Pietro: e tutti lodavano Dio con grande gioia. Quello Spirito Santo scende ancora su coloro che ricevono e accolgono l’annuncio del nome del Figlio di Dio. Basta profetare, cioè parlare di Gesù, ed ecco una letizia e una vita nuova si diffonde. Noi, abituati a dar peso ai ragionamenti convincenti, restiamo senza fiato. Perché è sufficiente parlare di Gesù, e tutto si rinnova? Parlare di Gesù, lasciando vedere amore per lui, è il segreto per la trasformazione del mondo. Esso, se non viene cambiato, rimane nemico degli stessi uomini che ospita, li dilania e li distrugge. Quando però nel mondo risuona il nome di Gesù pronunciato con amore avviene il miracolo inaspettato: inizia la gioia, continua l’esultanza!

Le parole che annunciano Gesù sono comprese da tutte le lingue del mondo. San Luca elenca una quindicina di popoli presenti ad udire la proclamazione della morte e della risurrezione del Signore: tutti comprendevano. È lo Spirito Santo che rivela la divinità di Gesù e l’amore del Padre a tutti i popoli, a tutte le religioni, a tutte le culture. Per nessuno Gesù è forestiero, per nessuno è inutile, per nessuno è dannoso. Quand’egli è accolto, lo Spirito Santo cambia la vita, riempie il cuore, arricchisce le abitudini e le culture con una sapienza di amore che le fa vedere ancora più belle e dignitose.

Lo Spirito Santo genera anzitutto pentimento nei cuori che odono il nome di Gesù. Questi ha sofferto passione e morte, sofferenze cadute su di lui a causa del peccato di cui tutti siamo complici, tutti, non solo i cristiani. Prima di tutto il pentimento. Riconosciamo di aver bisogno di perdono, di essere noi coloro che hanno fatto soffrire Gesù e hanno appoggiato l’opera del maligno. Questa umiltà è ambiente prezioso perché lo Spirito di Dio possa continuare ad operare, facendoci crescere nell’amore al Figlio di Dio.

Anche le parole del vangelo continuano a manifestarci come tutto ruota attorno all’amore al Messia. Quando quest’amore è vivo, il Padre si piega sulle sue creature: “Il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Chi ama Gesù diventa tempio della presenza di Dio, luogo del suo amore. Colui che ama Gesù, anche senza parlare, manifesta la falsità di tutte le altre realtà adorate come divinità. Esse sono inganno, perché non danno nè gioia nè amore.

La festa della Pentecoste, pur celebrando la venuta dello Spirito Santo, non può essere disgiunta dalla nostra riconoscenza al Padre e a Gesù. È il Padre infatti che ci manda il suo Spirito, e ce lo manda perché è pregato da Gesù. Questi non vede realizzato il suo sogno e la fatica della sua passione se non quando in noi e nel mondo entra lo Spirito Santo. Quand’egli viene, possiamo dire che Gesù è contento, perché vede la nostra vita compiuta. Infatti, come ebbe a dire il grande santo russo San Serafino di Sarov, lo scopo della vita cristiana è acquisire lo Spirito Santo, che poi si diffonde da noi trasformando il mondo. Noi infatti non siamo uomini completi e maturi se non quando in noi agisce lo Spirito di Dio.

Per questo è necessario che continuiamo a stare uniti a Gesù, ricevendo e custodendo la sua Parola, che è la chiave con cui egli apre il nostro cuore e tutto il nostro essere alla venuta del Consolatore in noi. Oggi nel vangelo infatti ci vien detto come è necessario l’ascolto della Parola di Gesù. Lo stesso Spirito è incaricato di ricordarcela, di farcela comprendere e di farcela amare.

L’amore al Signore Gesù, amore che si realizza quando lo ascoltiamo, è necessario, indispensabile. Senza di esso il mondo non sarà salvato. Perché Gesù ha chiesto a Pietro soltanto se lo amava? Avrebbe potuto chiedergli se aveva capito, o se ricordava, oppure se amava le sue pecore. Nulla di tutto questo. Necessario è soltanto amare Gesù. Chi ama Gesù infatti nuota nello Spirito di Dio, ed è questo Spirito l’amore per le “pecore”, la memoria delle parole di sapienza, la comprensione degli insegnamenti di Gesù stesso, indispensabili per trasformare la città degli uomini in città dell’amore del Padre.


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