Iª lettura Sap 11,22 – 12,2
dal Salmo 144
IIª lettura 2Ts 1,11 – 2,2
Vangelo Lc 19,1-10
Il libro della Sapienza ci ha dato un bell’insegnamento riguardante le intenzioni di Dio: noi siamo peccatori, ma lui non ci disprezza per questo, anzi, cerca i modi per tirarci fuori dal peccato e toglierci la colpa. “Tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore”. Conoscendo la bontà di Dio e il suo amore per tutte le creature, noi possiamo nutrire speranza di essere salvati, anche qualora ci rendessimo conto di esserci allontanati da lui o avessimo volutamente disprezzato la sua Parola e la sua presenza. Riconoscendo il nostro peccato, possiamo tornare a credere, e cioè affidarci all’amore del Padre. Saremo liberi e salvati dalla colpa.
In che modo Dio ci viene incontro per liberarci dal peso e dalla lacerazione del peccato?
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La risposta ce la dà il brano evangelico.
Un uomo vive nell’angustia per le sue malefatte. Avendo la possibilità di vedere Gesù, a tutti i costi non si lascia sfuggire l’occasione di incontrarlo: pur essendo un personaggio, compie un gesto che potrebbe metterlo in ridicolo davanti a tutti. Ormai Gesù per lui è diventato più importante persino della propria reputazione. E Gesù apprezza il desiderio di quest’uomo che, per ironia della sorte, si chiama Zaccheo, che significa “puro”. Egli, peccatore, si chiama «puro»! ma proprio ora il suo nome diventa vero. Mentre incontra Gesù egli diventa quel che dovrebbe essere.
L’uomo che accoglie Gesù e si impegna per lui, sta accogliendo il dono dell’amore del Padre, e quindi gli è gradito, e ritrova la vita vera e la pace.
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Ecco, Gesù è la risposta di Dio al nostro peccato. Tu cerchi una soluzione per la tua situazione di disobbedienza a lui, ed egli ti fa incontrare Gesù, che è davvero il Dio con noi, l’Emmanuele, il cui sguardo ti purifica e ti risana, ti fa nuovo.
San Luca ci racconta questo incontro di Gesù con il peccatore, perché è un incontro che si ripeterà in continuazione nelle comunità cristiane. Persone disprezzate dagli uomini perché hanno praticato la disonestà, incontrando Gesù cambiano vita, diventano esemplari, o persino rimprovero, anche per quei cristiani che sono sempre stati osservanti dei comandamenti.
Zaccheo è un esempio, non tanto perché ha restituito il mal tolto alle persone da lui imbrogliate o perché ha donato la metà dei suoi beni ai poveri, ma perché ha preso sul serio Gesù, si è lasciato influenzare dal suo Spirito, ha permesso alla sapienza di Dio di entrare nei suoi affari terreni. L’importanza di questo incontro è proprio qui: vivere con Gesù trasforma la vita, la cambia, la fa nuova.
Come? Non lo sappiamo prima, non sappiamo come cambierà la nostra vita: è lo Spirito Santo che ad ognuno suggerisce quanto egli dovrebbe o potrebbe mettere in atto per essere testimone di Gesù e glorificarlo.
Incontrare Gesù ogni giorno, lasciarsi osservare da lui, aprirgli la porta di casa, mettere davanti a lui quel che siamo e quel che abbiamo, perché lui possa decidere del nostro tempo, del nostro denaro, della nostra affettività, delle nostre qualità e capacità!
Zaccheo è diventato “puro” quando ha accolto Gesù. Anch’io, peccatore, divento il meglio che si possa pensare quando incontro e accolgo Gesù con tutto me stesso. Egli è davvero l’amore e la compassione di Dio per i peccatori che soffrono nel mondo!