Prima lettura Ne 8,2-4.5-6.8-10 dal Salmo 18 Seconda lettura 1 Cor 12,12-31 Vangelo Lc 1,1-4; 4,14-21
Domenica della Parola
Abbiamo terminato ieri di celebrare l’Ottavario di preghiera per l’Unità dei cristiani: una preghiera sempre necessaria, anzitutto per renderci conto che ogni divisione tra i credenti in Gesù Cristo è uno scandalo, un impedimento alla fede di coloro che ancora non credono. Gesù sa che, se siamo uniti nella fede e nell’amore, molti vengono attratti a lui per essere salvati. Perciò anche San Paolo vuole aiutarci oggi ad essere decisi nel rimanere uniti ai nostri fratelli, nonostante le loro debolezze e i loro peccati. Lo fa sviluppando il paragone dell’unità delle membra del nostro corpo.
Il modo con cui agiscono le diverse membra del corpo è un esempio che convince, ma, come sempre, per realizzare le nostre convinzioni, abbiamo bisogno di forza interiore, di un amore grande per Gesù e per il suo regno, più che per la nostra persona e le nostre belle idee. Quando l’amore per Gesù crescerà nelle Chiese, si faranno passi decisi verso l’unità. Da parte nostra cerchiamo, ogni giorno, ma sempre per amore di Gesù, di coltivare l’unità nella nostra famiglia, nella parrocchia e nei gruppi di fede o di carità in cui il Signore ci ha posti.
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L’amore a Gesù non maturerà alcun frutto in noi, e quindi nemmeno quello dell’unità delle Chiese, se non amiamo la sua Parola. Essa è il nutrimento della vita del credente, nutrimento per ogni singolo fedele e per tutta la comunità, per tutto il popolo.
La prima lettura, tratta dal libro di Neemia, ci mostra un popolo in ascolto attento, umile, gioioso, e, allo stesso tempo, compunto, della Parola di Dio. Il popolo era appena rientrato dall’esilio a Babilonia: là era privo della Parola. Il libro è stato ritrovato al ritorno, tra le macerie. Viene letto perciò e proclamato con forza «dall’alto di una tribuna di legno, costruita per l’occorrenza». Anche questo particolare dice l’importanza che la Parola ha e che le deve essere riconosciuta. Quella Parola diventerà il punto di riferimento per la vita di ciascuno e di tutti, il legame che unisce e rende stabile la comunione per la gioia di grandi e piccoli, benestanti e poveri. Essa dà le indicazioni per i cambiamenti necessari alla vita di ciascuno, e anche per la vita sociale, perché ognuno, da fonte di sofferenza, diventi sostegno e consolazione per gli altri.
Anche Gesù, presentandosi a Nazaret, si presenta tramite la Parola di Dio. Essa serve proprio, anzitutto ed esclusivamente, per conoscere lui, Verbo incarnato, pensiero e volontà dell’amore del Padre per noi, divenuto vita umana. La lettura trovata sul rotolo di Isaia e proclamata da Gesù, ci apre gli occhi e il cuore ad aderire a lui, Servo di Dio, che non vuole imporsi, ma proporsi a noi. Per questo riconosciamo importante la Parola delle Scritture dell’Antico Testamento: dovranno risvegliare la nostra attenzione e confermare la nostra adesione a quelle parole che poi usciranno più avanti spontaneamente e con forza dalla bocca stessa di Gesù.
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Nel passo che egli ha letto sta scritto che il Servo di Dio proclamerà «l’anno di grazia del Signore». Con questo termine si intendeva l’anno giubilare. La presenza di Gesù nel mondo è davvero un Giubileo continuo, perenne: egli ha invitato a perdonare i nemici, a pregare per i persecutori, a non ammucchiare ricchezze, bensì a distribuirle, come ha fatto Zaccheo quando l’ha accolto in casa sua. Il Giubileo che celebriamo quest’anno dovrà essere un tempo di vera obbedienza a tutte le parole di Gesù: ci saranno allora grandi novità nella vita personale di ognuno di noi e nella vita sociale!
San Luca, come dice nell’introduzione al suo vangelo, ha capito l’importanza della vita di Gesù, essa stessa Parola di Dio. Egli perciò ha fatto “accurate ricerche” e si è messo d’impegno, mettendo a disposizione dello Spirito Santo tutta la sua intelligenza e le sue doti di scrittore e ricercatore serio, per donarci, come sostegno alla nostra fede, al nostro amore e alla crescita e unità della Chiesa, una bella e diligente descrizione di quanto il Signore ha compiuto, e un resoconto di quanto ha detto.
Aiutati dal suo lavoro di evangelista godiamo della presenza di Gesù, che porta in mezzo a noi la luce e la gioia dello Spirito Santo di Dio. Diamo adesione alla sua persona e accresciamo la stima e la fame di ogni suo gesto e di ogni sua parola. La nostra vita di cristiani sarà certamente molto più consapevole e gioiosa!