Fraternità Gesù Risorto – Commento al Vangelo di domenica 25 Dicembre 2022

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Messa della Notte Isaia 9,1-3.5-6 Sal 95/96 Tito 2,11-14 Luca 2,1-14
Messa dell’Aurora Isaia 62,11-12 Sal 96/97 Tito 3,4-7 Luca 2,15-20
Messa del Giorno Isaia 52,7-10 Sal 97/98 Ebrei 1,1-6 Giovanni 1,1-18

È un giorno luminoso il Natale, e misterioso: è difficile parlare in questo giorno. Gli spunti di riflessione sono molti, le letture bibliche belle e ricche, il clima generale dolce e tenero per la presenza del Bambino. Che dire? Hai desiderio di ascoltare parole, oppure avresti grande attesa di silenzio?

Oggi la Parola di Dio diventa concreta, visibile, palpabile. Non bastano gli orecchi per accoglierla, non bastano le mani, non bastano gli occhi, non basta nemmeno il cuore. Per accogliere questa Parola, e quindi per ascoltare Dio ci vuole tutto questo, tutto il nostro essere, e non basta ancora. Le mie parole potrebbero disturbare, togliere spazio alla Parola.

Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda tra noi: se cerco il Verbo, la Parola di Dio, non devo andare lontano, è tra noi. È qui sulla terra che Dio manifesta i suoi desideri e comunica i suoi voleri e le sue consolazioni. Oggi mi dice: io sono qui con voi e per voi, per amarvi.

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Non vedi che gli uomini sono solo persone che hanno bisogno di amore? Non ci sono solo quelli che hanno bisogno di casa o di pane o di vestito. Attorno a te ci sono quelli che non sono nel cuore di nessuno e non hanno nessuno nel proprio cuore: lo vedi dal loro sguardo vuoto e freddo, dalla loro ricerca di rumore o di parole disimpegnate, dalle loro mani abituate solo ad aggrapparsi alla sigaretta o alla tazzina del caffè, dalla loro voglia di movimento e di cambiamento. Quanta sete e quanta fame attorno a te! Non lo sanno, ma hanno fame e sete di Gesù: oggi usano la parola «natale», ma per loro è vuota. Tu non dire “natale”, dì invece “Natale di Gesù”. È lui che diventa vivo sulle tue labbra e nel tuo sguardo, perché chi ti incontra incontri qualcuno che fa riferimento a lui!

Prendi il Bambino dalle braccia della Madre: ella te lo dà volentieri. Tu non sei degno di tenerlo, lo sappiamo, ma la Madre te lo dà ugualmente. Guarda quel Bambino che non ti fa soggezione, che ti apprezza nonostante la tua condizione di peccatore, guardalo mentre non ti chiede nulla. Ti è facile amarlo, perché non ti chiede nulla. Se gli dai qualcosa, un po’ di attenzione, un po’ di silenzio, è perché tu hai comunque un po’ di bontà dentro di te, dono di Dio fin dall’inizio. Lo amerai, ti affezionerai a lui, farai un po’ di fatica per lui adesso che è bambino. Ti sarà facile ascoltarlo quando comincerà a parlare, quando dirà cose cui i tuoi orecchi non saranno abituati. Lo amerai adesso, così quando dirà “beati i poveri in spirito” ti ricorderai della sua mangiatoia, della povertà di sua madre e della serenità di suo padre, che non sanno dargli che povertà, povertà come cibo e povertà come giocattolo e povertà come vestito. Lui non si vergognerà della povertà in cui è accolto, perché in quella povertà riceve amore e impara ad amare.

Lo amerai adesso, lo porterai alla guancia per baciarlo, perché tu possa continuare ad amarlo quando dirà “beati gli afflitti”: allora potrai portare la tua croce con serenità e coraggio.

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Lo amerai adesso, così lo amerai e lo prenderai sul serio quando dirà “beati i puri di cuore”: allora sarai contento di dominare i tuoi impulsi, di non seguire i tuoi disordinati desideri di affetto, di non cedere alla voglia di essere accarezzato da qualsiasi persona.

Lo amerai adesso, fin che è bambino, ti affezionerai a lui, così lo ascolterai quando ti dirà: “porgi l’altra guancia”, e non sentirai questa parola come estranea; lo ascolterai quando ti dirà: “prega senza stancarti” e quando stupirà tutti dicendo “invita poveri e ciechi, storpi e zoppi, che non hanno da ricambiarti”! lo prenderai in braccio adesso, così non fuggirai da lui quando lo vedrai coronato di spine e sputacchiato mentre porta la croce.

Guarderai con simpatia sua Madre: il suo volto giovane è illuminato dalla luce che viene da lui, una luce che risplende anche dai tuoi occhi per dare speranza al mondo. Lascerai che le tue tenebre si diradino: pronuncerai il suo nome come l’ha pronunciato Giuseppe, vincendo il pudore e la paura. È il nome di questo Bambino che vince quella morte che guida le paure a chiudere i cuori perché perdano la vita e muoiano. Pronuncerai con me il suo nome: Gesù! Benvenuto, GesùGesù, eccomi!

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