Iª lettura Is 55,6-9 dal Salmo 144 IIª lettura Fil 1,20-27 Vangelo Mt 20,1-16
“I miei pensieri non sono i vostri pensieri”. Questa è una constatazione di Dio, e dovrà ripeterla varie volte. Anche Gesù lo ha detto a Pietro: pensava ancora secondo il mondo, pur essendo vissuto già molto tempo con lui. Il Padre vede nell’intimo i nostri cuori e si accorge quando i nostri pensieri non corrispondono ai suoi. Infatti egli parte dall’amore per arrivare all’amore attraverso l’amore che costa, noi invece, o all’inizio o alla fine, facciamo entrare egoismo, quello che nasce e cresce spontaneo e persino tenta di farsi chiamare amore, mentre è soltanto ricerca di piacere. Udendo questa constatazione amara da parte di Dio, dovrebbe crescere in noi il desiderio di cambiare i nostri pensieri per adeguarci ai suoi.
Come fare? È semplice: è sufficiente ascoltare Gesù. Egli ha impiegato molto del suo tempo per insegnare ai discepoli e alle folle, e insegnava i pensieri di Dio Padre. Le parabole del regno sono dei racconti particolarmente belli e significativi: attraverso di essi Gesù ci immerge nei pensieri di Dio, ce li fa gustare e ci aiuta ad accoglierli con convinzione.
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La parabola che udiamo oggi è particolarmente ricca ed efficace per farci vedere aspetti nuovi dell’amore del Padre, aspetti che il nostro amore non arriva a sviluppare se non siamo aiutati.
Un padrone di casa cerca operai per la sua vigna. Gli uditori di Gesù sanno che quando si parla di vigna si intende parlare del popolo di Dio. Gli operai per la vigna sono quindi persone che si dedicano al bene del popolo, di quel popolo cui Dio ha affidato un compito particolare per tutti gli altri popoli.
Quel padrone pare non voglia fare altro che uscire di casa ogni tre ore per vedere se c’è qualcuno disponibile per lui. La sua vigna dev’essere particolarmente grande, se adopera così tanti operai. E il padrone è totalmente dedito a quella vigna, ma è pure uno che si lascia aiutare e cerca continuamente collaboratori. Da solo non vuole o non può portare avanti il suo lavoro. Egli perciò non vuol vedere persone disoccupate trascorrere il tempo oziose. In quella vigna c’è posto per tutti.
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Che cosa capisci da tutti questi particolari del racconto? Io capisco che Dio e uomini dovranno avere un unico intento, collaborare intensamente. Coloro che non lavorano nella vigna di Dio perdono tempo, sono oziosi, e non avranno di che vivere.
Un altro aspetto che ci aiuta a vedere la diversità di impostazione dei nostri pensieri da quelli di Dio è poi il modo di dare lo stipendio. Noi pensiamo che l’unico modo di dare la ricompensa per il lavoro svolto sia tener conto di quanto uno ha fatto o di quante ore ha lavorato, in modo che ciascuno riceva una misura diversa.
Nel regno dei cieli si utilizzano altri ragionamenti. Dio ha altri criteri. Egli sa che chi lavora per lui impegna per lui la vita, e merita quindi il sostegno della vita. Questo non può essere nè diviso nè aumentato. Lo stipendio che Dio dona è il suo amore, amore divenuto uomo in Gesù, la salvezza data dal Salvatore. Egli non può dimezzare la salvezza, nè può raddoppiare il suo amore. Riceveremo tutti quindi la stessa ricompensa, lo stesso denaro, e saremo contenti che tutti, anche chi ha impegnato solo gli ultimi momenti della giornata, siano salvati e riempiti della gioia di essere amati dal Padre attraverso suo Figlio Gesù! Non c’è modo di ragionare migliore che essere partecipi dell’amore gratuito del Padre nostro.
Del premio meraviglioso, sufficiente e uguale per tutti parla San Paolo scrivendo ai Filippesi. L’apostolo vorrebbe dare la vita perché tutti ricevano lo stesso premio che riceverà lui: lui ha lavorato tutta la vita e sofferto persecuzioni e fatiche immani, e spera che noi, pur deboli e non molto impegnati nel regno di Dio, riceviamo la stessa salvezza e la stessa gioia sua.
Come sono belli i pensieri di Dio e come sono meravigliose le sue vie! E chissà come è bello e gioioso pensarla come lui, abbandonando i modi di pensare del mondo, che ci rendono schiavi dell’invidia, della gelosia e persino della cattiveria. Per eliminare questi nemici da tutto il popolo e dalle singole anime lavorano tutti gli operai della vigna. E anzitutto lavoreranno per eliminarli da se stessi.