Fraternità Gesù Risorto – Commento al Vangelo di domenica 15 Gennaio 2023

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Iª lettura Is 49,3.5-6 
dal Salmo 39 
IIª lettura 1 Cor 1,1-3 
Vangelo Gv 1,29-34

La liturgia di oggi ci propone di continuare ad osservare Gesù e il riflesso della sua luce sul volto di Giovanni Battista. Questi parla ai suoi discepoli e alle folle: non può che parlare di colui che tutti attendono e che lui ha visto e conosciuto, di colui da cui si sente amato e che sa essere necessario per tutto il mondo. Di lui egli rivela l’identità con varie immagini: è «l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo», colui su cui «è sceso lo Spirito come colomba», colui «che battezza in Spirito Santo», colui che si chiama «Figlio di Dio»! Tutte queste immagini e definizioni date per presentare Gesù meriterebbero una spiegazione particolareggiata. Gli ebrei certamente le comprendevano bene, perché sono immagini bibliche che evocano molti fatti della storia del popolo, fatti pregni della presenza di Dio e della sua promessa di salvezza.

«L’agnello di Dio» è quello pasquale, il cui sangue salvò il popolo in Egitto dallo sterminatore che passava a uccidere i primogeniti. È pure l’agnello che ogni anno veniva caricato dei peccati di tutto il popolo e scacciato poi a portarli nel deserto, dove sarebbe morto.

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È l’agnello che veniva sacrificato sull’altare del tempio per espiare i peccati di singole persone. È sempre la sua morte che salva e purifica, è con la sua morte che l’agnello diventa prezioso per tutti. Chiamando Gesù «agnello di Dio» Giovanni ci dice che sarà sacrificato, e che con la sua morte diventerà importante per noi.

Dicendo che su di lui è «sceso lo Spirito come colomba» viene evocata la creazione del mondo, quando lo Spirito aleggiava sulle acque per fare ordine nel caos iniziale. Gesù, uscendo dall’acqua del Giordano dove è stato battezzato, dà inizio al mondo come Dio lo vuole. Sarà un mondo nuovo, dove Dio non viene più fuggito dall’uomo, ma cercato, amato, ubbidito con amore e fiducia.

Dicendo che è «colui che battezza in Spirito Santo» Giovanni ci dice che Gesù realizza le profezie di Ezechiele: questo profeta promette da parte di Dio una vita nuova, un cuore nuovo, realizzato appunto dallo Spirito di Dio che viene posto dentro di noi. Il battesimo realizza purificazione, cambiamento di vita: Gesù purifica il nostro interno e vi depone lo stesso Spirito che muove il cuore di Dio! L’opera di Gesù a favore dell’uomo è totalmente nuova, perché ci fa partecipi della vita divina.

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Dicendo infine che Gesù è «Figlio di Dio» Giovanni ci fa pensare al salmo secondo, che dice che al Figlio di Dio viene concesso di regnare su tutte le genti; egli realizzerà il regno di Dio, annunciato a Davide e profetizzato da Daniele. Gesù quindi è il re, un re che fa quanto Dio ha promesso di fare nel mondo: amerà gli uomini come il pastore ama le sue pecore e si cura di loro, soprattutto di quella malata e della ferita, e le radunerà da tutti i luoghi dove erano state disperse. L’espressione Figlio di Dio ci lascia pensare pure che osservando lui potremo vedere Dio stesso, perché ogni figlio è della stessa natura del padre.

Accogliamo la testimonianza di Giovanni, e con lui teniamo lo sguardo fisso su Gesù per goderne, ma soprattutto per correre ad incontrarlo e seguirlo con tutto il nostro amore. Questo è pure il desiderio dell’apostolo e del profeta, che oggi ci aiutano a dare adesione a colui che il Padre ha mandato per noi.

E la nostra vita sarà già un esaudimento alla preghiera della Chiesa per l’unità dei credenti in Gesù!

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