Fraternità Gesù Risorto – Commento al Vangelo di domenica 14 Novembre 2021

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1ª lettura Daniele 12, 1-3
dal Salmo 15/16
2ª lettura Ebrei 10,11-14.18
Vangelo Marco 13,24-32

È difficile comprendere, e quindi commentare, le letture di oggi. Esse usano un linguaggio che non ci è familiare. Riuscirò almeno a mettere al centro della nostra attenzione il Signore Gesù?

Quel giorno e quell’ora” li conoscono solo il Padre. Nessuno può intervenire per cambiarli, per trasformarli: sono il giorno e l’ora in cui il sole si oscurerà e tutte le realtà create smetteranno di continuare il loro servizio, perché il “Figlio dell’uomo” verrà nello splendore della sua gloria. È una profezia misteriosa: che cosa riguarda? La fine del mondo? Le persecuzioni dei credenti? La vita della Chiesa?

Noi facciamo fatica e forse non siamo in grado di comprendere: dovremmo trovarci in una situazione difficile e pesante come quella in cui si trovavano i cristiani del primo secolo, ed avere un amore indiscusso per Gesù come essi avevano, per cogliere il significato di questo modo di comunicare. In ogni caso percepiamo la grandezza e la novità della venuta del “Figlio dell’uomo” “sulle nubi con grande potenza e gloria”. È questo un avvenimento che deve occupare la mente dei cristiani tanto che essi se lo sentano ricordato dai fatti più normali della natura, come lo spuntare delle foglie del fico, “Egli è vicino, alle porte”.

Il mondo passa con tutte le sue cose importanti, con tutte le sue divinità: sole, luna, astri e potenze, che altro non sono se non immagine di ciò in cui gli uomini impersonificano i loro sogni, le loro ambizioni, pretese, ricchezze, vizi e false grandezze? Guardate i grandi del mondo, che hanno tenuto a bada milioni di persone e popoli interi, che hanno fatto e disfatto leggi e regni, che hanno guidato la storia per decenni: sono tutti crollati miseramente, e crolleranno gli altri che continuano a tentare la scalata del successo, del dominio, per farsi un nome divino.

Rimane alto sopra tutto e tutti Gesù, colui che si è abbassato, che è stato umiliato fino alla morte di croce. Egli rimane alto sul Golgota, in croce, trono della sua gloria. Sulla croce egli ha portato, e da lì ci ha mostrato, la pienezza dell’amore, il vero volto di Dio. Egli continua a venire, ad essere il primo, il più desiderato e il più atteso: viene sulle nubi, nessuno lo può rovesciare e gli può far perdere il posto. Il nostro sguardo rimane fisso là, su di lui. Il nostro desiderio è lui. Egli ha offerto il sacrificio che ci rende perfetti, graditi al Padre, capaci di essere uomini veri. Grazie a quel sacrificio i nostri peccati vengono perdonati, cosicché noi siamo alleggeriti e possiamo guardare al futuro con gioia. Sì, possiamo guardare al futuro, quel futuro che oltrepassa la morte, senza apprensione o paura.

Ci sarà anche Michele “che vigila sui figli del tuo popolo”. Siamo cioè accompagnati dalla potenza amorosa e invincibile di Dio in tutte le fasi della storia. E nulla e nessuno sarà dimenticato, perché tutti si risveglieranno, “gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna eterna”. I saggi prenderanno il posto del sole e delle stelle.

Le immagini grandiose e strane, paurose e rassicuranti, usate dagli scrittori sacri e dal Signore stesso, vogliono orientarci nel marasma degli avvenimenti di questo mondo. Gesù è davvero la nostra unica sicurezza e la vera gioia, come ci fa cantare il salmo: “Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare”. Non paura, ma decisione e stabilità nell’orientarci a colui che viene, a colui che il Padre ci ha mandato come Emmanuele, Dio con noi.


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