Iª lettura Dt 30,10-14
dal Salmo 18
IIª lettura Col 1,15-20
Vangelo Lc 10,25-37
“Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile”: San Paolo ci presenta così il nostro Signore e Maestro! Egli stesso infatti aveva detto di sè: “Chi ha visto me ha visto il Padre”. Conoscere il Padre è vita per noi, perché conoscendo il nostro Padre, sappiamo anche chi noi siamo, quali possibilità spirituali abbiamo, dove possiamo e dobbiamo tendere. Non per nulla Gesù ha detto: “Questa è la vita eterna, che conoscano te, Padre… e colui che hai mandato, Gesù Cristo”.
Possiamo conoscere il Padre guardando e ascoltando Gesù: è lui che vive il suo stesso amore per l’uomo, la sua stessa volontà di salvezza e la sua stessa sapienza. È Gesù che ci trasmette senza falsificazioni e senza banali interpretazioni la Parola del Padre. È ancora lui che ci fa concretamente vedere come può essere il nostro amore per Dio e il nostro amore per gli uomini.
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La nostra fede in tal modo non è in balia di fantasie umane: abbiamo la persona concreta di Gesù, le sue parole e i suoi atteggiamenti con cui confrontarci. Da lui possiamo imparare, e da lui possiamo anche ricevere forza per imitarlo.
È proprio dalla sua bocca che oggi riceviamo le parole importanti per orientare le nostre capacità d’amare. Prima di tutto il nostro amore dev’essere rivolto a Dio. Questa affermazione ti fa sembrare d’essere fuori del mondo, di essere in tempi molto lontani del passato. E invece amare Dio è la prima fonte di serenità, di felicità, di verità per tutti, anche per quelli che affermano di non essere credenti. La sua Parola infatti “è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica”, è cioè nella bocca e nel cuore di ogni uomo che viene al mondo. Così afferma la Bibbia che abbiamo letto. Ma oggi si respira un’aria che ci vorrebbe orientare ad amare solo se stessi. Sono diventate moda le filosofie che mettono al di sopra di tutto l’attenzione alle proprie emozioni, a ciò che si sente, a ciò che appare e fa apparire. Qualcuno pensa pure ad amare il prossimo, ma lo fa purché non ne scapitino i propri sentimenti. Lo fa per sentirsi buoni, per apparire educati, per convincerci che siamo a posto, forse migliori di altri, il tutto senza bisogno di riferirsi a Dio.
L’insegnamento di Gesù, in sintonia con quello biblico, mette l’amore di Dio al primo posto, e l’amore del prossimo come sua logica conseguenza, come frutto che dimostra la bontà e autenticità del primo.
Chi ama il prossimo per amor di Dio è libero dalle reazioni inaspettate del prossimo, che può non accorgersi nemmeno che tu lo ami, può interpretare il tuo amore come ingerenza, e risponderti malamente o restare indifferente. Se tu ami Dio sopra ogni cosa, continuerai ad amare anche chi fraintende il tuo amore.
Gesù ha raccontato la parabola del samaritano per farci vedere l’amore vero, divino. Il samaritano ha amato il malcapitato pur sapendo che era un giudeo, e che quindi non avrebbe forse molto gradito d’essere toccato da lui, considerato eretico. Ha dato poi due danari al gestore della locanda perché continui ad amare l’uomo ferito. I due danari – a detta di un Padre della Chiesa – sarebbero appunto l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Se ti occupi di qualcuno devi farlo con questo doppio amore.
Chi pretende di amare solo Dio può fare persino il sacerdote nel tempio, e, come quello, passar oltre ignorando la sofferenza dell’altro. Chi ama l’uomo senza amare Dio rischia di donare solo un bene esteriore, materiale. Rischia pure di abbandonare a se stesso l’uomo ferito, cioè di consegnarlo alla morte. Chi offre solo sanità materiale non offre la possibilità di una guarigione completa, vera.
Noi vogliamo ubbidire a Gesù, che ci dice: “Va’, e anche tu fa lo stesso”! Guarderò gli uomini con lo sguardo di Dio, li amerò col suo cuore: per riuscirci cercherò di essere sempre attento a vedere il volto del Padre e ad ascoltare la Parola del Figlio suo, sia quando incontro una persona che soffre malattie del corpo, sia quando incontro qualcuno che soffre carenze di amore, perché non ha sperimentato e goduto il vero amore disinteressato, quello di Dio, che è attento soprattutto all’anima. Questo lo impariamo da Gesù e dai suoi santi.