La croce è continuamente presente nei pensieri e nel cuore di Gesù, tanto che anche in molte icone che ci presentano Maria col Bambino lo raffigurano mentre già guarda gli angeli che gli porgono gli strumenti della passione: flagelli e corona di spine, chiodi e croce. E anche l’episodio raccontato dal vangelo odierno, che ce lo presenta mentre con tre discepoli sale sul monte a pregare, è continuazione di tale contemplazione. Frutto della sua preghiera infatti sarà la certezza della sua risurrezione dai morti. Matteo non ci racconta i particolari né del suo pregare e nemmeno dei suoi dialoghi con Mosè ed Elia e con i discepoli. Sappiamo però dagli altri evangelisti che egli parlava della croce, della sua morte in croce. Non ha mai potuto ignorarla o dimenticarla.
Gesù ha portato tre discepoli lontano da tutti per pregare: ha saputo trovare per sè e per loro il tempo ed il luogo adatto per un’azione che dovrà perciò essere importante anche per noi. Sarò capace in questa Quaresima di prendermi una giornata di tempo per accompagnare Gesù nel suo luogo di preghiera, lontano dalle mie solite occupazioni, da solo o insieme con qualche altro suo discepolo?
La preghiera gli trasfigurò il volto: non è forse vero che chi prega diventa più bello, più luminoso? Non mi meraviglia quindi questo fatto: Gesù sta col Padre con un amore perfetto, offrendosi in maniera perfetta, e quindi il suo volto riflette tutta la luce divina, quella dell’amore del Padre.
I discepoli vedono accanto a Gesù gli amici di Dio, uomini che per lui sono sempre vivi: non è un sogno, è realtà, tanto che essi parlano con lui. Di che cosa parlano? Come dice San Luca, parlano del suo “esodo”, cioè del suo uscire dal mondo per andare al Padre. Scendendo dal monte poi Gesù riprende questo discorso con i tre discepoli, che però non sanno intervenire, non comprendono, sono scioccati. Essi sono rimasti sorpresi per lo splendore, per i due personaggi mai visti prima di allora, – benché sempre presenti alla loro fede -, per la nube, per la voce dall’alto, ma ancora più per la conclusione di Gesù. Egli non parla di gloria umana, di successo, di accoglienza da parte dei capi del popolo; parla invece di risurrezione dai morti. E di queste parole li colpisce soprattutto, se non unicamente, quelle che fanno riferimento alla morte.
Stiamo vivendo la quaresima, tempo di preparazione al battesimo o al rinnovamento della nostra adesione a quel Dio nel cui nome siamo battezzati. La pagina del vangelo di oggi ci porta a fare passi concreti, anzitutto verso la preghiera, senza la quale è impossibile sostenere il cammino di fedeltà a Gesù. La preghiera ci aiuterà a stare in ascolto della sua voce e a vivere obbedendo alla sua parola, come ci ha esortato la voce risuonata dall’alto. Questa obbedienza per noi è senza dubbio croce, ci costa, perché siamo chiusi e legati dalle funi del nostro egoismo, dall’influsso dei modi di fare del mondo che ci circonda, dalle tentazioni del maligno: vivere in modo nuovo ci costa, ci procura sofferenza.
L’apostolo Paolo ci esorta proprio a soffrire senza paura per il vangelo: è il modo con cui possiamo manifestare la nostra riconoscenza al Signore Gesù, che ci ha salvato e chiamato. Ci ha salvato dagli influssi del mondo e del maligno, e ci ha chiamato ad essere figli di Dio con lui! In questo modo sperimentiamo la benedizione, quella già promessa ad Abramo, invitato da Dio a lasciare le sicurezze per seguire le sue indicazioni. L’obbedienza confidente di Abramo ha raggiunto il suo culmine in Gesù, che ne è la benedizione, non solo per il popolo sua discendenza, ma per tutti i popoli, quindi anche per noi.
Il Signore ci doni, come frutto dell’Eucaristia di oggi, di ravvivare la nostra preghiera e la nostra obbedienza. La luce del volto di Gesù risplenderà anche sul nostro volto e ci appagherà della fatica che facciamo a seguirlo.
Letture della Domenica
II DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A
Colore liturgico: VIOLA
Prima Lettura
Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.
Dal libro della Gènesi
Gen 12,1-4a
In quei giorni, il Signore disse ad Abram: «Vàttene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 32 (33)
R. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. R.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.
Seconda Lettura
Dio ci chiama e ci illumina.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,8b-10
Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.
Parola di Dio
Vangelo
Il suo volto brillò come il sole
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17, 1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore