Fraternità Gesù Risorto – Commento al Vangelo del 7 Luglio 2019

La prima lettura prepara il nostro cuore all’annuncio dato dal vangelo. Rallegratevi… esultate, sfavillate di gioia! Quale notizia sta per raggiungerci? Il profeta Isaia annuncia pienezza di amore, pienezza di vita. L’amore grande come quello di una madre non ci mancherà, un amore che riempie la vita con senso di sazietà e di realizzazione piena! Dio viene a prendersi cura di noi, egli stesso ci vuole incontrare: “Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore”! La stessa gioia viene espressa pure dal salmo. Le opere di Dio ci fanno esultare di gioia, perché egli “non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia”.

La notizia gioiosa è il vangelo! Finalmente i discepoli partono a due a due per annunciare al mondo Gesù: essi devono andare davanti a lui. Egli seguirà, si renderà presente ovunque i suoi si recheranno con la sua Parola. La prima parola che sono incaricati di portare è “pace a questa casa”! Questa Parola riassume tutto il loro annuncio, tutta la loro predicazione. E non è soltanto una parola, ma una presenza, un invito, un dono. È una presenza: la presenza stessa di Gesù, amato dai suoi, ascoltato da loro, vivo nel loro cuore. È un invito: invito ad attenderlo, a riconoscerlo, ad accoglierlo, ad ascoltarlo, a fermarsi con lui, a godere di lui, che ci fa conoscere il Padre. È un dono: dono di luce, di un nuovo motivo per vivere e per faticare, nuovo motivo per soffrire o comprendere la sofferenza, dono di un amico e di un fratello che arriva senza averlo cercato.

Per questo annuncio vengono mandati non solo i Dodici, ma i settantadue discepoli, cioè tutti i cristiani! Questo numero ricorda gli aiutanti di Mosè durante la peregrinazione del popolo nel deserto; è il numero che vuol dirci la totalità di coloro che seguono Gesù. Egli vuole farci comprendere che siamo chiamati in causa tutti, o meglio, tutti dobbiamo collaborare, perché il suo desiderio di salvezza per tutti diventa nostro desiderio. Egli “li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”. Gesù si fa precedere dai suoi. Essi preparano il terreno. Non sarà sufficiente la loro predicazione: dovrà arrivare lui stesso a dare vita e gioia, amore e pace. Ma egli arriverà là dove i cuori sono preparati. Così aveva fatto già Giovanni Battista, che aveva chiamato il popolo all’attesa, un’attesa operosa, desiderosa di far pulizia, non all’esterno, ma dentro il cuore. Così i discepoli del Signore preparano il suo arrivo annunciando la sua venuta, aiutando i cuori degli uomini ad attenderlo preparandosi pentiti, disposti a seguirne gli insegnamenti, che sono più sapienti delle nostre abitudini e dei nostri ragionamenti.

Perché l’annuncio dei discepoli possa essere accolto come veritiero essi stessi devono presentarsi liberi da tutto, da attaccamenti a cose e desideri. Essi non dovranno cercare nulla per se stessi, né essere preoccupati per la propria vita. Faranno così esperienza della presenza di un Padre amoroso che li assiste. Vivranno con il cuore orientato solo a Gesù, e in tal modo offriranno un annuncio disinteressato, che può venir creduto. Il loro cuore e il loro sguardo saranno rivolti in alto, perché la loro fiducia sarà riposta solo in Dio: dagli uomini infatti non potranno attendersi che tribolazioni. Gesù lo dice con un’immagine esplicita: vi mando come agnelli in mezzo a lupi. Che cosa potrà capitare ad agnelli che si trovano in mezzo a lupi?

Ne ha fatto esperienza San Paolo: egli sa che i discepoli di Gesù sono come agnelli in mezzo a lupi: di questo non si lamenta, anzi, se ne gloria, si gloria di quanto egli stesso ha dovuto soffrire per il Signore. Le sue sofferenze, occasionate dalla fede in Gesù, sono il suo vanto: esse lo rendono compartecipe della croce gloriosa di Cristo.

I discepoli di Gesù non pretenderanno di essere accolti subito da tutti, non saranno tristi se qualcuno li deriderà o, peggio, li raggirerà. Se non saranno accolti non malediranno chi non li accoglie: daranno loro una parola di avvertimento e li lasceranno con un ultimo annuncio di gioia: “Il regno di Dio è vicino”! Chissà che qualcuno non cambi atteggiamento!

Gesù però, prima di tutto, dà ai discepoli un altro compito fondamentale: essi devono pregare, devono essere coscienti che il frutto della loro fatica e della loro obbedienza è nelle mani di Dio. Essi devono pregare per altri operai nella messe, e non fare affidamento su di sé, sulle proprie belle parole o sulla propria attraente presenza. La preghiera è il loro primo lavoro, la prima collaborazione al regno di Dio! Gli uomini verranno a Gesù per gioire della sua vita e della pace se saranno preparate strade tappezzate di preghiera!

A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo  -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN

Letture della
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 66,10-14c

Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
 
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 65 (66)
R. Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!». R.
 
«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini. R.
 
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.
 
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. R.

Seconda Lettura

Porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 6,14-18

 
Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
 
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
 
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
 
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

Parola di Dio

Vangelo

La vostra pace scenderà su di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-12.17-20

 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
 
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Parola del Signore
 
Oppure forma breve:
La vostra pace scenderà su di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-9

 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore

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