Prima lett. Esodo 24,3-8
Sal. 115/116
Seconda lett. Ebrei 9,11-15
✝ Vangelo di Marco 14,12-16.22-26
Le tre letture di oggi, e anche il salmo, parlano di sacrifici e di sangue. Mosè con il sangue del sacrificio asperge l’altare costruito con dodici pietre, il numero delle dodici tribù; quindi asperge anche il popolo. L’Altare, simbolo della presenza di Dio, e il popolo, vengono bagnati con lo stesso sangue. Viene stabilita così un’alleanza. La lettera agli Ebrei parla ancora di sangue e di alleanza, di purificazione e di santificazione, ma parla di un altro sangue, non di quello degli agnelli uccisi nel tempio di Gerusalemme: è il sangue di Cristo, sacrificio e sacerdote ad un tempo, che non entra nel tempio, dove c’è solo un segno della presenza di Dio, ma entra davanti a Dio stesso, nei cieli. Gesù ha offerto il proprio sangue, ha offerto la propria vita, stipulando così una nuova alleanza che ottiene a noi purificazione e santificazione. La Nuova Alleanza ha valore eterno e non deve essere continuamente rinnovata, come quella stipulata con il sangue degli animali. Di questa Nuova Alleanza ha parlato lui stesso durante la cena pasquale, mente benediceva e lodava il Padre consegnando la coppa del vino ai suoi apostoli.
Alleanza! È una delle parole più belle e più consolanti che risuonino nei testi sacri. È la parola che vede impegnato a nostro favore Dio stesso. Egli ha visto la sostanziale incapacità degli uomini di essere fedeli, e perciò, nel suo grande amore, impegna se stesso a non interrompere mai la propria benevolenza verso di loro. Gesù con il suo sangue garantisce questa fedeltà del Padre. I discepoli durante la cena probabilmente hanno compreso poco quanto il loro Signore ha detto e fatto, e nemmeno noi riusciamo a cogliere tutte le dimensioni di quel gesto. Noi possiamo solo sfiorare queste realtà con la nostra comprensione, tuttavia ne riceviamo il frutto in pienezza.
Oggi ci mettiamo con atteggiamento adorante davanti a questo mistero, desiderosi che esso compia una grande trasformazione dentro la vita di ciascuno di noi e dentro la nostra società. Per questo, se potessimo, lo porteremmo con noi sulle strade, davanti alle porte delle nostre case. E sulle strade ci inginocchieremmo: anch’esse sono luogo benedetto, anch’esse sono sante, perché santificate dal Corpo e dal Sangue del Signore che passa. Non dimenticheremo che quel Corpo e quel Sangue continua a passare sulle strade quando vi passa un cristiano che se ne è nutrito.
Nei paesi cristiani, infatti, dopo la Messa, se non ci fossero gli impedimenti causati dalla pandemia, in questo giorno noi fedeli cammineremmo insieme sulle vie della città o del paese portando il Pane eucaristico e cantando la lode dell’amore di Gesù: in questo modo tutto il nostro essere sarebbe aiutato a comprendere l’assoluta importanza della comunione che la presenza del Signore stabilisce tra noi. Non sono importanti quei nostri diritti che di solito riescono a rovinare e distruggere la comunità, spazzando via la gloria di Dio dai nostri cuori e dal giardino che è questa nostra terra.
Chissà che oggi, durante il momento di adorazione con cui sostituiremo la processione, non riceviamo grazia per far sparire dal nostro cuore quei sentimenti che spesso ci tengono divisi!
Abbiamo davanti a noi il Sacramento dell’unità, il Sacramento della nostra comunione con Dio e della nostra comunione con i fratelli: nelle nostre occupazioni ricorderemo che questo dono è importante e rimane valido per sempre. Esso ci fa superare gli ostacoli alla nostra fraternità. Il sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo ci mette in comunione con il Padre e fa di noi fratelli di sangue, fratelli uniti dal sangue del Signore. Questo era il desiderio, anzi la volontà di Gesù, quando ha distribuito ai suoi il Pane e ha offerto loro il calice.
Preghiamo e adoriamo, contempliamo il Pane dell’amore e della vita, così riceveremo la grazia di non ostacolare la comunione che Dio vuole vivere con noi e tra noi, per dare al mondo nuovi e sicuri segni del suo amore e della sua presenza! Egli è il nostro alleato, grazie al quale saremo vincitori sulle inimicizie del male e della morte.
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