Fraternità Gesù Risorto – Commento al Vangelo del 6 Gennaio 2020

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“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”: sono le prime parole che il sacerdote pronuncia iniziando la santa Eucaristia, parole accompagnate dal segno di croce. Le parole sono quelle del Battesimo, lo rievocano, lo attualizzano. E il segno di croce, che ognuno traccia sul proprio corpo, ricorda il prezzo pagato perché noi potessimo godere di essere inseriti dentro l’amore del Dio Uno e Trino: questo prezzo è la croce di Gesù. Di quella croce non ci vergogniamo, anzi, ci gloriamo di portarla anche noi. Per questo iniziamo con il segno della croce non solo la Messa, ma ogni altra attività. All’inizio della giornata, di un pasto, di un lavoro, di un viaggio, di una preghiera, facciamo il segno della santa Croce accompagnato dalle parole del Battesimo. Manifestiamo così, sia a noi stessi che agli altri, chi siamo, a chi apparteniamo, quale fede ci muove e ci sostiene nel nostro impegno di carità.

Manifestare è il termine che traduce il titolo della festa di oggi: “Epifania”, manifestazione. Dio si manifesta, o meglio, Dio oggi manifesta a tutti i popoli il suo Figlio. Originariamente la festa di oggi racchiudeva non solo la celebrazione del riconoscimento di Gesù da parte dei Magi, ma anche della rivelazione, da parte del Padre, di lui come Figlio di Dio al fiume Giordano, e – terza – di quella che Gesù stesso ha donato di sé alle nozze di Cana. Oggi ricordiamo in particolare la prima: Gesù è riconosciuto e adorato dai rappresentanti dei popoli pagani, dopo essere stato adorato dai poveri e dai pastori quali rappresentanti del popolo fedele d’Israele.

Osserviamo solo qualche aspetto di questo mistero. I pagani, rappresentati dai Magi, riconoscono il tempo del Messia, il Re dei Giudei: interpretano l’apparire di una stella come dono di Dio agli uomini. Vedono quella stella, si lasciano interpellare e si mettono in cammino, con umiltà. La stella non indica loro tutto, ma solo una parte di ciò che è necessario sapere per l’incontro. Per questo dovranno, con umiltà, dipendere dagli altri, dagli ebrei. Questi infatti sanno qual è il luogo della nascita, luogo indicato da secoli nelle loro Scritture. Essi conoscono il luogo dove deve nascere il Re promesso da Dio, ma non conoscono il tempo; quando questo viene loro ricordato, si inquietano invece di gioire, si lasciano prendere dalla paura, la paura che prende gli uomini quando prevedono di perdere privilegi, di dover affrontare cambiamenti e novità. Ad essi manca l’umiltà: non credono al dono che Dio ha fatto ai pagani, e non accettano di credere che le loro stesse attese vengono realizzate da Dio.

Ai pagani Dio rivela il tempo, agli ebrei il luogo: agli uni dovranno accettare l’aiuto degli altri, anche se diversi, perché di tutti si può servire il Dio dell’universo. Il suo Messia lo manda per tutti. Solo chi è umile incontra il Salvatore ed è raggiunto dalla sua gioia. Pagani ed ebrei: vedremo che gli ultimi diventano primi e i primi si lasciano sorpassare.

Il racconto evangelico è molto ricco anche di allusioni alla nostra situazione. Quando qualcuno cerca seriamente Gesù, grande subbuglio e inquietudine sorge tra chi lo rifiuta. Gesù, appena nato, viene cercato da chi lo vuole adorare e da chi lo vuole perseguitare ed eliminare.

I Magi che cercano Gesù lo trovano sulle braccia di Maria, la Madre: non è possibile avvicinarsi a lui ignorando lei! Essi poi fanno sul serio: svuotano i loro scrigni davanti a lui. Riconoscono la sua regalità, la sua umanità e la sua divinità, e perciò davanti a lui e per lui rinunciano alla ricchezza, al potere, all’ambizione: oro, incenso e mirra sono appunto simboli espressivi di queste realtà. Chi rinuncia ad esse a favore di Gesù, diventa povero, obbediente, casto. Povertà e obbedienza sono il segno che lui è tutto, castità è il segno di non voler attirare l’attenzione e l’affetto degli altri su di sé, ma su di lui: è lui solo degno di occupare il cuore dell’uomo.

Dio si prende cura dei Magi anche per difenderli dalla malvagità dell’uomo: la malizia di Erode viene svelata da un sogno, ed essi cambiano strada. Chi incontra Gesù non è più quello di prima, non percorre più le vie delle grandezze umane, diventa umile e cerca il nascondimento.

Gesù rimane in silenzio e si lascia amare, oltre che dalla Madre, da tutto il mondo. Oggi voglio unirmi a quegli sconosciuti per presentare a Gesù in braccio alla Madre i segni del mio amore.


Letture della
EPIFANIA DEL SIGNORE – ANNO A
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

La gloria del Signore brilla sopra di te.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 60,1-6

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 71 (72)
R. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti. R.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri. R.

Seconda Lettura

Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 3,2-5.5-6

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio

Vangelo

Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore