San Paolo ci confida quali desideri egli esprime nella sua preghiera: vorrebbe che la nostra vita di credenti abbia come frutto la gloria di Gesù, nostro Signore. A noi, tanto immersi nelle cose di questo mondo e preoccupati della salute, del piacere e del benessere materiale, può sembrare strano che si possa desiderare « soltanto » la gloria di Gesù! Chi però comincia a farlo scopre che non c’è gioia più grande e profonda, non c’è benessere e comunione più bella che quella che nasce proprio dall’essere orientati decisamente a portare Gesù nei cuori degli uomini! È in essi che egli trova la sua gloria, il suo spazio preferito, perché la sua vita continua a realizzarsi quando egli entra in una vita: la salva dalla solitudine e dall’oppressione del vuoto, la libera dai desideri di male, la risana, la riempie. Unisco con gioia la mia preghiera a quella dell’apostolo, e chiedo a te di fare altrettanto!
San Paolo ci avverte pure che qualcuno usa il nome di Gesù per confonderci e turbarci. Chi può essere? Sono quelli che divulgano visioni e ispirazioni per diffondere ansia e attese del Signore, come se venisse per castigare e rovinare. Noi il Signore lo vogliamo invece attendere con gioia, perché egli viene a liberarci dal nostro male e a rivestirci della sua gloria!
Un esempio di come è bella la venuta di Gesù ci viene annunciato oggi dal vangelo. Quando passa per Gerico Gesù non si compiace della folla che vuole vederlo, e – diremmo oggi – stravede per avere i suoi autografi. Quella folla infatti non vuole aver bisogno di lui come medico di anime, come amico dei peccatori, venuto a risanare i cuori dall’influsso del peccato. Egli invece cerca chi sa d’essere peccatore. Ed ecco, nascosto tra i rami d’un albero, proprio un peccatore che vuole almeno vederlo: è salito in luogo così insolito perché tutti lo rendono consapevole d’essere indegno di incontrare Gesù. Non osa avvicinarsi in altro modo. È Gesù che vuol farsi vicino a lui. Il peccatore gli ubbidisce e scende in fretta dall’albero. La grande gioia che egli prova è frutto di questo primo incontro sulla strada, in mezzo a quella folla che ora giudica e disprezza Gesù, proprio perché ha voluto incontrare colui che tutti rifiutavano, colui che aveva bisogno di conoscere l’amore del Padre.
Con la gioia nel cuore il peccatore accompagna Gesù in casa propria. Grazie all’amore del Signore, Zaccheo diventa capace di ignorare quanto pensano e giudicano tutti gli altri! Chissà come, l’aver accolto Gesù cambia anche il suo modo di considerare i poveri e il denaro. Il denaro e la ricchezza assumono nuovo valore per lui: non più padroni dei pensieri e del cuore, diventano strumento del suo nuovo amore per Gesù! I poveri e i defraudati si possono sentire amati, amati da Dio, attraverso quel denaro che viene distribuito e che non distrugge più i rapporti tra gli uomini, ma comincia a costruirne di nuovi.
L’aver accolto Gesù ha dato a quell’uomo finalmente la gioia di godere della sua città, mentre prima doveva temerne il disprezzo. L’aver accolto Gesù ha ricostruito la sua identità, quella stessa significata dal suo nome: “puro”! Prima dell’incontro con Gesù questo nome suonava completamente sfasato. Ogni volta che veniva chiamato per nome egli si sentiva deriso: il nome contraddiceva la realtà della sua vita. Ora, invece, quando è chiamato per nome non si deve vergognare di se stesso!
Gesù ha operato un enorme cambiamento con la sua semplice presenza! Zaccheo ora è salvo: non è più schiavo né del denaro né dei giudizi degli uomini. Accogliendo Gesù quest’uomo è diventato libero, e la libertà gli ha dato gioia grande. Egli è come la pecora ritrovata che gode della stessa gioia del pastore che la riporta a casa, al sicuro, nella compagnia e comunione con le altre pecore!
Vieni Gesù, vieni anche per incontrare me. Ti rivolgo anch’io la preghiera del libro della Sapienza. Sono un peccatore, sono consapevole dei tuoi rimproveri, ma godo della tua compassione: Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato. … Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita!
Accolgo Gesù, e così rivedrò con lui tutta la mia esistenza e crescerò nella libertà interiore, libertà da tutti i giudizi che gli uomini potranno esprimere. Con la mia accoglienza di Gesù e obbedienza a lui io stesso diventerò un segno, anche contraddetto, per gli uomini che ancora attendono e sperano una vita più piena e una gioia profonda!
A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN
Letture della
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.
Dal libro della Sapienza
Sap 11,22 – 12,2
Signore, tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 144 (145)
R. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. R.
Seconda Lettura
Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 1,11 – 2,2
Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
Parola di Dio
Vangelo
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore