Avvicinandoci alla fine dell’anno liturgico diventa quasi naturale meditare sul momento che ci avvicina alla meta della nostra esistenza, al traguardo, e quindi alla fine di quanto abbiamo visto e goduto lungo il cammino.
L’occasione per parlare di questo futuro viene data a Gesù dai discorsi che egli ode nei piazzali del tempio di Gerusalemme. Questo tempio era una magnifica opera d’arte, una meraviglia per tutti. Come tutte le cose belle e buone anche il tempio diventava tentazione: tentazione di gloriarsi di esso dimenticando di alzare lo sguardo a Dio e di obbedirgli, cioè di essere attenti alla sua vera immagine, l’uomo che ci cammina accanto, anche se povero e sofferente.
Gesù vuole aiutare i suoi ascoltatori a non lasciarsi sedurre, abbindolare e confondere. Tutte le cose di questo mondo spariranno, anche quelle più belle. Tutte le cose belle continuano ad essere cose di questo mondo, destinato a finire. Anche le opere d’arte degli uomini più famosi saranno distrutte o dal tempo o dalla mano di altri uomini. Persino le costruzioni che offriamo a Dio restano soggette a questa legge, e non devono perciò occupare la mente ed il cuore di coloro che sono e vogliono essere di Dio.
Gesù continua il suo insegnamento guardando dentro i secoli futuri, quelli che stiamo vivendo anche noi. Benché siamo capaci di costruire opere grandi, belle e utili, troveremo sofferenze tali che metteranno alla prova il nostro attaccamento a Dio. Cataclismi naturali, guerre tra popoli, odio al nome di Gesù: queste realtà sono e saranno sempre presenti fin che sussisterà questo mondo. I cristiani si trovano in mezzo. Essi devono essere pronti ad affrontare queste cose, e quindi imparano a guardare le bellezze del mondo con un certo distacco.
Gesù si sofferma in modo particolare a considerare le difficoltà dei suoi discepoli. Essi saranno tentati da falsi messia, che vorranno attirare a sé la loro attenzione e quindi ad orientare a se stessi invece che a Dio la loro fede. Bisogna essere fermi e decisi e ben istruiti per non cadere nella trappola di questi falsi Messia, che trovano sempre nuovi argomenti per sedurre i fedeli. È necessario perciò che la nostra fede non sia creduloneria, e quindi che ci istruiamo in modo da saper dare spiegazione a quei dubbi che noi stessi ci poniamo, e a quelli che ci vengono dalle nuove situazioni in cui veniamo a trovarci. È necessario sapere a chi rivolgerci per avere una parola chiara e non rimanere confusi o incerti. Gesù dice addirittura: “Molti verranno sotto il mio nome…”, molti! Questi “molti” oggi non vengono soltanto di persona, bussando alla nostra porta, ma anche tramite mentalità diffuse, credenze propinate durante corsi di ginnastica, di musica, di medicina, di danza, ecc. o tramite articoli di giornale o personaggi televisivi o sportivi. “Non seguiteli”. Gesù è chiaro e deciso.
La stessa decisione dev’essere in noi al presentarsi di guerre o di calamità naturali: scoraggiamenti, disperazioni, tristezze eccessive non sono la reazione di chi sa che il mondo finisce e che noi tutti siamo attesi da Dio Padre. Nemmeno le gravi ingiustizie cui sono sottoposti i credenti a causa della loro fede e delle loro decisioni che contrastano quelle del mondo, nemmeno queste devono spaventarci. Non ci dobbiamo preparare parole di difesa, non ci dobbiamo procurare avvocati: le parole della nostra intelligenza non serviranno. Gesù stesso è capace di suggerirci atteggiamenti e parole che daranno testimonianza a lui. Importante non sarà evitare la nostra sofferenza, ma continuare a dare testimonianza al nostro Salvatore, perché altri lo conoscano e siano aiutati ad accoglierlo.
San Paolo aggiunge un’altra istruzione: sapendo che tutto finirà non ci dobbiamo adagiare in un disimpegno totale, nemmeno sociale o politico. Il credente continua a collaborare con Dio per un mondo ordinato e pacifico anche con il suo lavoro e le sue occupazioni quotidiane. Chi non lavora è di peso agli altri e squalifica la Chiesa di fronte al mondo. “Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro!” dice il Signore.
In un mondo, groviglio di ingiustizie, il credente vive in modo diverso: il giudizio ci sarà anche per lui, ci ricorda il profeta Malachia.
Pur conoscendo la possibilità del castigo, noi restiamo vigilanti e operosi, non per paura, ma per amore, per amore del Signore Gesù e della sua Chiesa, per amore del Padre, che ci accoglierà alla fine insieme a quelli che avremo aiutato con il nostro esempio ad essere saldi nella fede.
A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN
Letture della
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Sorgerà per voi il sole di giustizia.
Dal libro del profeta Malachìa
Ml 3,19-20a
Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 97 (98)
R. Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra. R.
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R.
Seconda Lettura
Chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 3,7-2
Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.
Parola di Dio
Vangelo
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-19
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Parola del Signore