Fraternità Gesù Risorto – Commento al Vangelo del 14 Luglio 2019

Obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, osservando i suoi comandi…; e ti convertirai al Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima”! Mosè così parlò al popolo. Le parole con tutto il cuore e tutta l’anima sono rimaste vive ad indicare la misura dell’amore dei credenti verso il loro Dio: l’amore, se è vero, è sempre completo, impegna tutto di sé, altrimenti non è amore! A noi non è certamente possibile vivere un amore totale verso Dio: il nostro amore sarà sempre in qualche modo limitato da quell’egoismo che portiamo dentro anche senza accorgerci. Possiamo però coltivare il desiderio e la volontà della totalità dell’amore, o meglio coltiviamo la nostra unione a Gesù: in lui abita “ogni pienezza”, anche la pienezza dell’amore al Padre! Ci teniamo uniti a Gesù, immagine del Dio invisibile, capo del corpo che è la Chiesa, il cui sangue versato è il segno dell’amore totale sia verso Dio che verso noi uomini!

Uniti a Gesù abbiamo il coraggio di intraprendere il cammino dell’obbedienza ai comandi di Dio, e con lui questi non ci peseranno, anzi, saranno per noi un vanto. I comandi di Dio esprimono sapienza, producono, se osservati, pace vera, comunione e armonia tra gli uomini e nel creato.

La risposta che Gesù dà al dottore della legge, che non sa come fare ad amare il prossimo, perché teme ce ne sia qualcun altro oltre alle persone già considerate degne di amore, ci fa vedere la bellezza e l’utilità dei comandi divini.

Consideriamo la parabola che Gesù ha raccontato per rispondere alla domanda dello scriba.

Egli parla di un uomo che scende da Gerusalemme a Gerico: è proprio il percorso contrario a quello su cui si sta movendo Gesù, che sale da Gerico verso Gerusalemme, dove offrirà la vita al Padre.

Colui che invece se ne allontana, sta anche rifiutando di donare la propria vita? È per questo che incappa nei briganti, in chi cioè rovina la vita dell’uomo con tutti i suoi progetti? Rimane privo di tutto, ferito, senza possibilità di salvarsi. La stessa strada la percorrono il sacerdote del tempio e il levita: sono persone qualificate, socialmente e religiosamente impegnate, ma non sono d’aiuto all’uomo sofferente. Gli uomini, anche quelli da cui ci si aspetterebbe solidarietà, non riescono a dare sostegno; sono tutti infatti sulla strada che si allontana dall’offerta di sé, sulla strada di chi cerca di salvare se stesso.

Se, quando soffri, fai affidamento sull’uomo, avrai delusioni. Chi potrà aiutarti se ti troverai ferito e impotente? Ti aiuterà colui che sale a Gerusalemme: colui che vuole vivere per il Padre, anche a costo di morire! Costui è Gesù! Colui che sale verso Gerusalemme non pensa a se stesso, è capace di fermarsi, di chinarsi, di accorgersi della necessità, di spendere del proprio, di donarti il suo tempo e le sue energie. Gesù lo chiama samaritano: è uno cioè che non gode la stima di nessuno, è giudicato e rifiutato da tutti, ritenuto persino senza fede. A lui era stata rivolta proprio questa parola come titolo offensivo.

Gesù descrive la compassione del samaritano, cioè la sua compassione di Figlio di Dio, con dodici azioni. L’amore verso il prossimo di colui che è pronto a donare la vita a Dio è un amore pieno, completo, un amore vero. Gesù ama il Padre con tutto il cuore e con tutta la mente e con tutte le forze: per questo è capace di “vedere” l’uomo percosso dal diavolo e di prendersene cura. Egli coinvolge pure altri nella sua opera di salvezza, fornendo loro gli strumenti necessari. Affida il sofferente all’albergatore dando a questi due denari, cioè sia il necessario per continuare le cure, sia la ricompensa! Qualcuno direbbe che i due denari sono… l’amore di Dio e l’amore del prossimo! È questo ciò che permette ai collaboratori di Gesù di essere utili all’uomo ferito dal Nemico!

Va’ e anche tu fa’ lo stesso, conclude Gesù. Ora quindi tocca a me, tocca a me accorgermi se qualcuno è caduto sotto i colpi e gli inganni del Nemico, avvicinarmi, chinarmi su di lui e condurlo alla locanda, da qualcuno che continui ad amarlo meglio di me, in modo qualificato. Aiuterò i miei fratelli nella tentazione, li porterò da chi sa amarli in modo adeguato, senza presumere di essere io capace di salvare. Darò tutto il mio amore a Dio, il tempo necessario al fratello, che orienterò alla Chiesa, la locanda voluta e preparata da Gesù per tutti gli uomini!

Nella Chiesa c’è sempre lui, il Signore, che con il suo olio e il suo vino può alleviare il dolore e sanare ogni ferita. Staremo uniti a lui, saldi nella Chiesa, per godere e ricevere la luce dei suoi occhi e la tenerezza delle sue mani, in modo da usare per lui i nostri occhi e le nostre mani!

A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo  -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN

Letture della
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica.

Dal libro del Deuteronòmio
Dt 30,10-1

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima.
 
Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 18 (19)
R. I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.
 
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.
 
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. R.
 
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante. R.

Seconda Lettura

Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 1,15-20


Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
 
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.

Parola di Dio

Vangelo

Chi è il mio prossimo?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 25-37

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
 
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Parola del Signore

Read more

Local News