Francesco d’Assisi: povertà, minorità, fraternità

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francescoFrancesco d’Assisi: il “santo”  forse più celebrato dalla cristianità, ma anche quello più conteso, più travisato, più contraffatto: l’uomo di cui si è fatta leggenda, ma anche uno dei più fedeli interpreti del Vangelo di Gesù. Come fare a ricostruire intorno a lui un po’ di verità? In primo luogo ricorrendo ai suoi scritti autentici: che non sono i Fioretti, ma alcune lettere, omelie, il Cantico di frate Sole, le due Regole (quella senza approvazione papale, e poi quella con approvazione papale), e soprattutto il Testamento, in cui oltre a raccontare la sua storia invita i fratelli a tenere quelle parole scritte di suo pugno assieme e alla pari con la Regola approvata dal papa, in cui era stato costretto ad alcuni compromessi. Ne pariamo con Brunetto Salvarani, teologo, particolarmente attento al dialogo interreligioso, che ha recentemente curato gli scritti editi di Francesco. Da cui emergono con chiarezza, le “parole chiave” del povero di Assisi: povertà, minorità, fraternità, obbedienza. Un bel modo per intendere oggi la vita cristiana, e forse per intendere la vita.

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Suggerimenti di lettura
Francesco d’Assisi – Guardate l’umiltà di Dio – Tutti gli scritti di Francesco d’Assisi, a cura di Brunetto Salvarani
Massimo Cacciari, Doppio ritratto. San Francesco in Dante e Giotto, Adelphi 2012 
Chiara Furgoni, Vita di un uomo: Francesco d’Assisi, Einaudi 2005

Ordino fermamente a tutti i frati che in nessun modo ricevano denari o pecunia direttamente o per interposta persona. Tuttavia per le necessità dei malati e per vestire gli altri frati, i ministri soltanto e i custodi per mezzo di amici spirituali, abbiano sollecita cura secondo i luoghi, la circostanza, il clima delle regioni, così come sembrerà convenire alla necessità, salvo sempre, come è stato detto, che non ricevano in nessuna maniera denaro o pecunia.
                                                       
  Dalla Regola bollata di San Francesco

Io, frate Francesco piccolo, voglio seguire la vita e la povertà dell’altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre e perseverare in essa sino alla fine. E prego voi, mie signore, e vi consiglio che viviate sempre in questa santissima vita e povertà. E guardatevi attentamente dall’allontanarvi mai da essa in nessuna maniera per insegnamento o consiglio di alcuno.
                                                            
Ultima volonta’ scritta a  Santa  Chiara 

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