L’incredulità di Tommaso serve per portate una risposta anche alla nostra incredulità. Quando Gesù risorto si presenta per la prima volta agli apostoli Tommaso è assente.
Noi non conosciamo la ragione per cui non fosse nel cenacolo insieme agli altri, forse era scappato per paura, o forse, al contrario, era l’unico che non rimaneva rintanato in una stanza, e aveva il coraggio di uscire per le strade di Gerusalemme, dove pochi giorni prima era stato ucciso Gesù.
Comunque sia, Gesù non si manifesta a lui che è da solo, ma alla comunità che è riunita nel cenacolo. Questo dovrebbe già farci riflettere sull’importanza della partecipazione alla Messa domenicale, perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono lì, in mezzo a loro.
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Dove c’è una comunità riunita nel nome di Gesù, Gesù è presente in quella comunità. Quando Tommaso torna in mezzo agli altri non riesce a credere a quello che gli raccontano, e si rifiuta di credere finché non riceve una prova concreta della risurrezione.
È come se Tommaso dovesse ripartire dalle prime parole che Gesù gli aveva rivolto: venite e vedete! Poiché la tua fede non si regge in piedi, vieni, e ricomincia da capo a fare l’esperienza concreta della mia presenza nella tua vita, perché arriverà un giorno in cui non vedrai più la mia presenza, e in quel giorno dovrai riuscire a credere per pura fede.
Così anche noi possiamo nutrire la nostra fede con i segni della presenza di Gesù in mezzo a noi, ma riusciremo ad essere beati solo quando riusciremo a credere, anche senza dover più andare in cerca di segni.