Oggi Gesù chiama a sé i suoi discepoli e ne chiama dodici, e li chiama per nome. Questo è un passaggio importante della fede, che intreccia sempre una dimensione collettiva e una personale. Quando parliamo di fede, infatti, ci riferiamo normalmente ad un insieme di insegnamenti e di sentimenti che coinvolgono tutte le persone che credono in Gesù.
Tutti noi ascoltiamo ogni giorno il Vangelo, ed è un Vangelo uguale per tutti, una via che Gesù propone a ciascuno di noi allo stesso modo: ci chiede di amare Dio, amare il prossimo, vivere nella giustizia, nella misericordia, nella fedeltà. Però Gesù ci chiama anche per nome, e affida a ciascuno di noi un ruolo particolare, e unico, all’interno del mondo.
Chi è prete e chi è suora, chi è sposato, chi è single, chi è giovane, chi anziano, chi vive in Italia, chi in Brasile e via dicendo. E penso che una delle cose più delicate da scoprire sia proprio capire l’anello di congiunzione che unisce la fede di tutti, alla mia fede privata e personale. Distinguere quello che Gesù dice a tutti, e quello che invece vuole proprio da me.
Come fare? Così cominciava il vangelo di oggi: Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Solo nella preghiera, solitaria e profonda, noi possiamo comprendere la nostra collocazione nel mondo, secondo la sapienza divina.
Fonte: il canale YOUTUBE di fra Stefano