Gesù prega, e rende lode al Padre perché si è rivelato ai piccoli mentre si è nascosto ai dotti e ai sapienti. Una preghiera strana, non tanto per il fatto che si è rivelato a chi è piccolo, questo è ben comprensibile per chi conosce il vangelo, e conosce la predilezione di Dio per i piccoli, gli esclusi, gli orfani, le vedove, e tutti i sofferenti.
È facile comprendere che l’amore di Dio abbraccia chi è più bisognoso di aiuto, ciò che è strano è che escluda qualcuno, e Gesù dice chiaramente: hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti. Non sorvoliamo su queste parole, perché Gesù ce le ha dette per metterci in guardia.
Usiamo pure della nostra intelligenza al nostro meglio, questo non è un peccato, anzi, è un dovere utilizzare i nostri talenti meglio che possiamo, e indubbiamente l’intelligenza è un dono di Dio, è uno dei doni dello Spirito Santo. Ma è l’arroganza della ragione che non è un dono, quella è un inganno del malignino, una tentazione che ci allontana da Gesù.
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La sapienza di chi innalza i propri ragionamenti al di sopra della intelligenza spirituale, e la ragione assoluta porta alla cecità della fede. L’intelligenza è una luce solo quando è in sintonia con la luce dello spirito, altrimenti si può trasformare in una tenebra pesante.
Cerchiamo dunque di coltivare una intelligenza sana, una intelligenza veramente illuminata, per riuscire a vedere quello che la ragione da sola non riuscirà mai a vedere: l’amore di Dio.