Un centurione chiede a Gesù la guarigione del suo servo e gli dice: Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.
Parole molto simili a quelle che noi diciamo in ogni celebrazione della Eucarestia: O Signore non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di soltanto una parola ed io sarò salvato. Però ecco un fatto che potrebbe crearci un po’ di perplessità: il centurione chiede a Gesù di dire soltanto una parola, e quella parola arriva, Gesù risponde.
Mentre noi gli chiediamo di dire soltanto una parola e noi saremo salvati, ma quella parola non arriva, non udiamo nessuna parola che viene dal cielo. Vi siete mai chiesti come mai? La risposta di Dio in quel momento non è una risposta che si possa udire con le orecchie, è invece una risposta che si può vedere con gli occhi.
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In quel momento, infatti, il sacerdote alza l’Eucarestia, è l’Eucarestia la risposta di Dio, è Gesù presente nell’Eucarestia la parola di Dio che noi attendiamo. Quando noi chiediamo a Dio una conferma del suo desiderio di salvarci, la risposta più importante è fatta non di parole, ma è Gesù stesso la parola di Dio, che ha dato la sua vita per noi.
In Gesù noi troviamo la parola definitiva di Dio che esprime il suo amore verso di noi. Gesù ci dice: guardami, non vedi che ho dato la mia vita per te?