Ecco Gesù, ecco l’agnello di Dio. Una immagine molto tenera, per chi ha già avuto a che fare con gli agnelli, sa che sono degli animaletti molto belli, candidi, affettuosi, che suscitano tenerezza. Ma non è così per tutti, ci sono persone che quando vedono un agnello pensano subito a come sarebbe buono da mangiare.
E se Gesù viene paragonato ad un agnello, lo Spirito Santo viene paragonato ad una colomba che discende dal cielo. Non è certo un caso che in una passo del vangelo così breve per due volte la divinità venga raffigurata nelle sembianze di animali: dell’agnello e della colomba. E a ben vedere quello che abbiamo detto dell’agnello vale anche per le colombe.
Io una volta avevo una quindicina di colombe bianche, e mentre qualcuno ne sapeva ammirare la bellezza, altre persone desideravano solo prenderle per mangiarle. Proprio così, e se pensiamo a Gesù, anche per lui vale la stessa regola: per alcuni era il salvatore, il segno dell’amore di Dio, per altri era semplicemente un ostacolo da rimuovere.
E questo accade anche con la voce dello Spirito Santo che parla nella nostra coscienza: per alcuni è la voce buona da seguire, per altri è la voce scomoda da mettere a tacere. Detto questo fratelli e sorelle, guardiamo dentro di noi e cerchiamo di purificare lo sguardo interiore, perché se non facciamo questo, finiremo per disprezzare anche i dono più belli di Dio.
Fonte: il canale YOUTUBE di fra Stefano