Una storia incredibile, eppure descrive bene quello che a volte capita anche a noi. Il mare è in tempesta e i discepoli sono paralizzati dalla paura, e nel bel bezzo di questa tragedia, Gesù dorme, Gesù non interviene, ci sentiamo soli e abbandonati.
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Ecco allora i discepoli svegliano Gesù e gli dicono: Maestro, non t’importa che siamo perduti? Questa è la domanda più dolorosa che possa nascere nell’animo di un credente: Dio mio, perché non intervieni? Perché non mi guarisci da questa malattia? Perché non fermi questa guerra? Perché permetti che nel mondo avvengano tante ingiustizie e violenze ma tu te ne resti a dormire?
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Non t’importa che siamo perduti? Sotto il peso di una domanda così pesante molte persone sono arrivate perfino a perdere la fede, sono arrivate a dire: Dio non esiste. O peggio ancora: se Dio esiste e non interviene, non mi interessa più ascoltare questo Dio. Purtroppo, questa è la tempesta della vita, è il dramma della sofferenza umana che prima o poi ci tocca tutti.
E Dio dov’è? Gesù ci invita oggi ad avere fede. La fede non è qualcosa che si manifesta soltanto quando la tempesta è finita, la fede non è solo saper dire grazie a Dio dopo che lui ha risolto i nostri problemi. La fede è invece il sapere che Gesù è accanto a noi anche nella tribolazione, il suo dormire non è un segno di disinteresse, è invece il segno della pace profonda che deve avere ognuno che ha posto il fondamento della sua vita in Dio, e per questo, anche se il mare è in tempesta, accetta di vivere la propria vita per quello che è, nel bene e nel male, come un cammino verso la vita eterna.